Si sono improvvisamente aggravate nelle scorse ore le condizioni di N.H., il marocchino di 32 anni domiciliato nel Milanese che nella serata di domenica 1 novembre aveva suonato al campanello di cascina Fornace, a Sant’Angelo Lodigiano, accasciandosi poi subito al suolo con diverse ferite di arma da fuoco, a un fianco e alle gambe, e anche i segni di più di una coltellata. Sottoposto a due interventi chiururgici all’Ospedale Maggiore di Lodi, dove sono stati anche estratti i proiettili, era stato quindi dimesso dopo un paio di settimane. Ma ieri i connazionali che lo ospitano hanno dovuto chiamare l’ambulanza perché improvvisamente aveva perso i sensi, dopo aver lamentato nei giorni scorsi malesseri e crescenti dolori. Ora è stato nuovamente ricoverato con prognosi riservata e sanitari e inquirenti temono per la sua vita.
I carabinieri di Sant’Angelo e di Lodi, coordinati dal sostituto procuratore Nicola De Caria e dal procuratore Vincenzo Russo, indagano per tentato omicidio ma in caso di decesso della vittima la posizione degli aggressori passerebbe a quella ben più grave di concorso in omicidio aggravato. L’ipotesi ora prevalente è quella di un regolamento di conti e non si esclude che a colpire lo straniero con una pistola calibro 38 e con almeno un’arma da taglio siano state almeno due o tre persone.
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