Tavazzano: pendolare di 25 anni trascinata in un boschetto e abusata, condannato un operaio

LA SENTENZA L’episodio a Ferragosto di quattro anni fa sulla ciclabile per Lodi Vecchio, a poche centinaia di metri dalla stazione

Una pendolare di 25 anni che era da poco scesa dal treno a Tavazzano, dopo un turno di lavoro a Milano, e stava raggiungendo a piedi la sua abitazione percorrendo la pista ciclabile per Lodi Vecchio, era stata soccorsa dai carabinieri nel tardo pomeriggio del 15 agosto 2021 e portata in ospedale, e aveva denunciato che un uomo l’aveva afferrata alle spalle mentre camminava e trascinata dietro alcuni alberi, palpeggiandola e quindi denudandosi per violentarla. L’arrivo del marito di lei, che le stava andando incontro, avrebbe evitato conseguenze peggiori, sorprendendo il bruto sul fatto e costringendolo, anche con la forza, a fuggire. L’indiziato, un 23enne lecchese, operaio, regolare e nativo del Centro Africa, aveva lasciato sul posto, nella fuga, i documenti e perfino il certificato della vaccinazione anticovid, e anche con l’aiuto delle telecamere di una ditta vicina era stato individuato. Oggi il tribunale di Lodi lo ha riconosciuto colpevole di violenza sessuale “con mancata consumazione completa” e lo ha condannato a un anno e 9 mesi di carcere, con sospensione condizionale solo se supererà un corso di recupero per autori di violenze. La vittima, a sua volta africana, nel difendersi, lo aveva anche morsicato a una spalla. La pm però all’esito del processo aveva invece chiesto l’assoluzione per significativi dubbi nella ricostruzione dei fatti, mentre l’imputato non si è presentato all’udienza dove avrebbe potuto dare la propria versione.

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