Cronaca / Centro Lodigiano
Mercoledì 01 Luglio 2020
TAVAZZANO Sparò a suo cugino per gelosia verso una 17enne: condannato a 22 anni di carcere
Secondo la corte d’assise di Milano l’ex guardia giurata ha ucciso “per futili motivi”
È stato condannato a 22 anni di reclusione il vigilantes di 41 anni che la mattina di domenica 11 agosto dello scorso anno nel proprio appartamento nelle case Aler di Tavazzano scaricò il caricatore della pistola d’ordinanza contro il proprio cugino Amato Dipaola, 29 anni, di Cerignola (Foggia), che ospitava da alcuni giorni. Ad aver trasformato Sebastian Ganci, incensurato, in un omicida, secondo l’accusa sarebbe stata la gelosia verso una 17enne che da qualche tempo divideva l’abitazione con la guardia giurata, e che, si era accorto l’uomo, era entrata in intimità con il suo ospite. La corte d’assise di Milano ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi e ha poi ridotto la pena per effetto della concessione delle attenuanti generiche. Esclusa invece la premeditazione, che era stata contestata dalla Procura di Lodi con la richiesta dell’ergastolo. Riconosciuta anche una provvisionale di 100mila euro ciascuno al padre e alla madre della vittima e di altri 50mila alla sorella. Si è trattato di una delle prime applicazioni in Italia della legge 33 del 12 aprile 2019 che nell’ambito del “decreto sicurezza bis” del Governo Conte 1 ha vietato la possibilità del rito abbreviato per chi ha commesso reati punibili con l’ergastolo, quali l’omicidio volontario aggravato.
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