Era il maggio 2012. In campagna elettorale tutti i contendenti alla poltrona di sindaco di Sant’Angelo si impegnavano - a voce - a tenere in considerazione la situazione del quartiere Pilota. Il più grande agglomerato urbano cittadino negli ultimi anni, complice la massiccia immigrazione dall’Africa e dall’Europa dell’est e i “casi cronici” degli italiani, sta infatti registrando evidenti problemi di convivenza. «Un anno dopo, purtroppo, non è cambiato nulla. Anzi, se possibile la situazione si è fatta ancora più grave e non si capisce più quali siano le responsabilità del Comune e quali quelle dell’Aler», rammenta uno degli storici residenti, che ieri ha guidato giornalista e fotografo in un breve viaggio dentro il quartiere.
Si parte dal grande parcheggio in fregio alla strada provinciale 235. L’accesso regolato dalle sbarre automatizzate è fuori uso da mesi. Le panchine sono state divelte e non più sostituite. I tir che sostano tutte le notti hanno spaccato gli autobloccanti di un marciapiede. Nel week end capita sovente di assistere alle “performance” di meccanici improvvisati, che montano e smontano autovetture sotto gli occhi di tutti. E ancora, nel parcheggio si registra uno strano andirivieni: «Arrivano, aprono il portellone dell’auto e scaricano di tutto», dice un residente, ironizzando sulla provenienza del materiale.
Ci si inoltra poi nelle stradine del quartiere. L’erba dei giardini dei palazzi popolari è altissima. Subito si notano le piazzole per il deposito dei rifiuti, alcune trasformate in vere discariche, con televisori, sacchi neri, tappeti ed elettrodomestici. «Se non si parte da queste cose, l’integrazione e la convivenza resteranno per sempre un miraggio», sospira un abitante. Da ieri poi è scattata in tutta la città la rivoluzione della raccolta rifiuti: anche al Pilota sono spuntati nuovi bidoni per differenziare vetro e umido. Ma già ieri mattina c’era chi buttava l’immondizia alla rinfusa e così in un bidone del vetro si potevano trovare addirittura un paio di scarpe da tennis.
Altro problema: le auto abbandonate, spesso senza assicurazione. Lungo una delle strade interne è posteggiato un monovolume con la parte anteriore distrutta a seguito di un incidente. È li da mesi. Così come da mesi i locali situati sotto la nuova palazzina costruita dall’Aler sono vuoti. A dire il vero non sono mai stati utilizzati, eppure il Comune paga un affitto all’Azienda delle case popolari.
C’è poi la questione della sicurezza, sollevata da molti residenti italiani. «In alcuni appartamenti non si capisce quante persone vivano», dice uno di loro. C’è chi parla di spaccio e di prostituzione: le voci circolano ormai da anni.
In una palazzina abitata soprattutto da stranieri (i cui appartamenti sono di proprietà privata) alcuni mesi fa si sono rotti i tubi dello scarico. E così qualcuno ha collegato l’impianto interno con un tubo in gomma, che terminava la sua corsa direttamente nel giardino comune. «Una notte qualcuno ha abbandonato un motorino, presumibilmente rubato, dentro il giardino di un palazzo - aggiunge un residente - per toglierlo ci sono voluti giorni. Tutti sanno cosa avviene, ma nessuno fa niente»
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