Uffici postali, chiusure congelate

Lo ha assicurato il sottosegretario Nava nelle commissioni regionali bilancio e attività produttive; per il Lodigiano il contestato progetto

di tagli e razionalizzazioni coinvolge una decina di sportelli

Congelata la chiusura degli uffici postali lodigiani. Il progetto che vedeva il ridimensionamento di 10 sportelli è rientrato. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario Daniele Nava in audizione, ieri, davanti alle commissioni regionali bilancio e attività produttive. Nella riunione il sottosegretario ha fatto il punto sul piano di chiusure e razionalizzazione presentato da Poste italiane. Dopo le proteste dei Comuni, dei sindaci, dell’Acl, dei sindacati e dei cittadini e le prese di posizione istituzionali, che hanno visto il consiglio regionale approvare il 3 marzo anche una risoluzione che bocciava il piano, la questione è stata congelata. Il piano di Poste italiane sarebbe dovuto scattare il 13 aprile.

Per il Lodigiano il progetto prevedeva la chiusura dell’ufficio di Zorlesco e il ridimensionamento di quelli di Marudo e Caselle Landi (da 6 a 3 giorni di apertura settimanale) e di Boffalora, Cervignano, Crespiatica, Corte Palasio, Santo Stefano, Terranova e Valera (da 4 a 3 giorni). Nava ha annunciato che il 21 aprile si riunirà il tavolo di lavoro regionale che, oltre alla Regione e a Poste italiane vede coinvolte anche province e Anci.

La protesta dei sindacati però non si ferma. «L’azienda avrebbe dovuto dare un preavviso di 30 giorni prima della chiusura, ma non l’ha fatto - annuncia per la Cisl del Lodigiano Giovanna Pretini -, in seguito a tutte le proteste, la risoluzione regionale, la mozione in Senato, la mobilitazione dell’Anci, dei sindaci e delle associazioni, l’azienda ha fatto un passo indietro. Poste italiane ha detto che incontrerà i territori. La nostra mobilitazione sindacale però continua. Dal 23 aprile al 23 maggio abbiamo indetto un mese di sciopero di straordinari e prestazioni aggiuntive per quanto riguarda il banco posta».

La Cisl, anche a livello regionale, ha parlato, in una nota di «livelli di criticità non più sopportabili», di «azienda ferma e paralizzata da circa un anno, con carenze di personale negli uffici, di trasferte sempre maggiori», ma anche di «aumento dei tempi di attesa in coda» e «di improvvise immotivate quotidiane chiusure di uffici».

I sindaci del Lodigiano si erano opposti da subito al piano di razionalizzazione. Parole di apprezzamento per lo slittamento del piano, ieri, sono arrivate dai presidenti delle commissioni bilancio e attività produttive Alessandro Colucci e Angelo Ciocca. Fabrizio Cecchetti (Lega) e il consigliere del Mobvimento 5 stelle Stefano Buffagni hanno chiesto che Poste tenga separato nelle scelte l’aspetto business dal servizio pubblico. Enrico Brambilla e Fabio Pizzul del Pd, invece, hanno chiesto che in tutte le fasi della trattativa ci sia il confronto con i territori interessati.

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