Andiamo dal Papa che arriva tra noi

Annunciazione singolare quest’anno per le diocesi di Lombardia. Annunciazione con Papa Francesco. Del resto, l’annuncio del Signore è il compito di tutti i battezzati e della Chiesa nel suo insieme. La liturgia ne evidenzia la portata: viene a noi il “Verbo” che è “vero Dio e vero Uomo”. Nell’abisso d’amore che è l’Incarnazione del Figlio ci è data la verità su Dio Padre e sull’Uomo. Si tratta di un evento nel dono dello Spirito. Di una conoscenza grazie ad un incontro. Di prossimità assoluta che ci rende “una carne sola” con Dio. È “il mistero grande” – di cui parla san Paolo. E la Chiesa ne raccoglie l’eco chiamando “grande” l’Eucaristia, perché sacramento della carne del Signore. L’Oltre, cui tende ogni cuore umano, si fa, addirittura, carne.

La nostra Chiesa di Lodi, nella seconda tappa del triennio pastorale, sta cercando di assimilare più generosamente le parole di Gesù: “in memoria di Me”. Lo vuol fare imparando da Maria, Vergine e Madre, ad avvicinarsi alla carne del Figlio, appesa alla croce e risorta. L’Eucaristia è il reciproco ritrovarsi tra Dio e l’uomo fino a divenire “un solo corpo e un solo spirito” e così annunciare la divina presenza nell’umano – ancor più evidente se esso è fragile per la profondità di ferite antiche e nuove. Ogni nostro passo – persino incerto – in questa direzione sprigiona la potenza trasfigurante della carità. Il Signore, che ci è annunciato, si fa trovare solo se è cercato nella carne più debole della Chiesa e della società. Proprio quando è sanguinante e può essere guarita solo dalla Pasqua.

Col Papa ascolteremo la Parola e celebreremo l’Eucaristia. È il Successore di Pietro e da parte mia sento la responsabilità di accogliere il servizio che l’Eterno Pastore gli ha affidato, quello cioè di “confermarci” nella fede. Apprenderemo in modo nuovo che il Signore chiede solo la carità di lasciarlo passare attraverso la nostra vicinanza verso ogni povertà. È l’uscire che papa Francesco indica con insistenza. L’evento dell’Annunciazione ne è la sorgente. Gesù, infatti, non ritenne un tesoro geloso il suo essere Dio ma volle farsi uno di noi. Andrò, perciò, dal Papa a rappresentare la nostra Chiesa, con altri lodigiani, intendendo fare nostro l’uscire di Cristo verso ogni uomo e ogni donna.

La gioia della visita mi spinge, però, a chiamare tutti quanti possono a venire di persona dal Papa con noi. Senz’altro non vorrete far mancare la preghiera. Non dovremo, infatti, essere uditori impreparati. Le parrocchie e i singoli fedeli sono invitati a pregare per il Papa e gli uni per gli altri perché accogliamo responsabilmente il servizio petrino. Il consiglio è di adorare il Santissimo Sacramento secondo le intenzioni di papa Francesco magari per disporci all’Eucaristica e poi trattenerne i frutti continuando l’adorazione dopo la celebrazione.

Le 24 ore per il Signore che il Papa suggerisce in questo periodo da alcuni anni potrebbero divenire la migliore preparazione al 25 marzo e l’occasione per assimilare in profondità la parola del pastore universale dopo il suo passaggio provvidenziale tra noi. Chi vorrà potrà unirsi alla speciale adorazione che nelle tre settimane centrali della quaresima ho chiesto di condividere al Santuario Cittadino della Pace. Diverremo ancor più “un solo corpo e un solo spirito”. Col Papa e con i vescovi. Con la Chiesa che annuncia il Signore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA