Carissimi, avendo lo scorso settembre rassegnato nelle mani di Papa Francesco le mie dimissioni da Vescovo di Lodi per raggiunti limiti di età, ho creduto opportuno non proporre per il prossimo anno un Piano Pastorale vero e proprio. Del resto il percorso della nostra Diocesi ben si inserisce, come sempre, nel cammino tracciato dalla Chiesa Universale e dagli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana che hanno già messo in calendario una serie di eventi significativi per il 2015, dai quali volentieri ci lasceremo stimolare e coinvolgere.
Precorrendo i tempi, già negli anni scorsi abbiamo messo a tema il grave dovere dell’educazione, rivisitando l’Iniziazione cristiana, i percorsi educativi per gli adolescenti e la proposta formativa offerta agli adulti. Abbiamo insistito sulla pastorale familiare, sull’importanza di coinvolgere in modo più serio e attivo i genitori nei cammini formativi offerti per i loro figli, partendo già dalla richiesta del battesimo. Abbiamo proposto di allestire in ogni casa un “angolo della preghiera” e abbiamo offerto spunti e sussidi adeguati per pregare in famiglia con i bambini più piccoli. L’evento del Congresso Eucaristico Diocesano celebrato nel 2012, insieme ai Convegni ecclesiali che ci hanno visti impegnati insieme per una verifica ed un ulteriore discernimento del cammino pastorale, ci hanno aiutato a vivere il nostro essere Chiesa con un respiro di autentica ecclesialità diocesana.
L’attenzione ai ragazzi e ai giovani proposta innanzitutto attraverso i nostri Oratori, il coinvolgimento sempre più attento e consapevole delle famiglie, l’impegno per la formazione rivolta a tutte le fasce d’età, l’attenzione di una comunità che non si chiude alle necessità dei fratelli, ma diventa sempre più accogliente, fraterna, sensibile ai bisogni materiali e spirituali degli uomini, l’investimento su un laicato maturo che grazie anche ai percorsi associativi trova il modo di vivere positivamente da protagonista sia nelle comunità parrocchiali come nella Società civile, con le necessarie distinzioni, sono attenzioni costanti che debbono essere riproposte, sollecitate ed ancorate all’ossatura portante delle nostre comunità di fede rappresentata dall’ascolto della Parola e dalla celebrazione dell’Eucaristia.
Tutto questo siamo invitati a realizzare con uno slancio veramente aperto e missionario a cui costantemente ci richiama Papa Francesco, condividendo il cammino degli uomini del nostro tempo e facendo risuonare il Vangelo nei passaggi e nei momenti più significativi e sensibili della nostra esistenza. Tutto ciò può ben dirsi “nuova evangelizzazione” che parte da una rinnovata adesione a Cristo e al suo Vangelo, con la speranza e la fiducia che si apre alla fantasia e alla creatività dello Spirito per purificare e rinnovare ciò che già si fa e, nel contempo per trovare strade nuove perché la vita buona che nasce dal Vangelo possa ancora testimoniare l’affidabilità di Dio e della proposta cristiana.
Il rinnovo lo scorso autunno degli Organismi di comunione e il Convegno Diocesano che abbiamo celebrato il 17 maggio 2014 e che ha visto coinvolti tra gli altri, in modo particolare, i membri dei Consigli Pastorali Vicariali, proposti in conseguenza della Visita pastorale alla Diocesi, rappresentano un chiaro invito alla corresponsabilità, alla collaborazione e alla valorizzazione dei laici che sono chiamati, insieme ai religiosi e alle religiose a contribuire alla animazione delle realtà ecclesiali, sotto la responsabilità dei pastori. Lo impone con urgenza anche la diminuzione del numero dei sacerdoti e della presenza di Istituti religiosi. Su questo tema dei Consigli pastorali nei prossimi giorni offriremo qualche indicazione operativa, appunto in conseguenza del Convegno del 17 maggio, con l’invito a parlarne nei diversi ambiti pastorali.
Anche la celebrazione del 50° anniversario della dedicazione della Basilica Cattedrale, dopo i gravosi e radicali lavori di restauro voluti e attuati dal mio predecessore mons. Tarcisio Vincenzo Benedetti, ci ha offerto un’occasione in più per vivere il mistero della comunione della nostra Chiesa radunata intorno all’Eucarestia e al suo Vescovo. La diocesanità è indice di quella apertura e di quella comunione necessaria affinchè le nostre comunità possano rinnovarsi e trovare nuovo slancio di testimonianza apostolica.
Il riconoscimento delle virtù eroiche da parte di Papa Francesco di un nostro presbitero, il Servo di Dio Don Luigi Savarè, comunicato nei giorni scorsi, ci onora e ci incoraggia nel cammino della santità, riconoscendo la fecondità del Vangelo che ancora oggi, come in passato, può conquistare il cuore degli uomini e rendere la loro vita luminosa ed esemplare. Questi doni spirituali, insieme a tutti gli altri, ci colmano di fiducia e ci invitano a guardare con rinnovata speranza anche al futuro della nostra Chiesa.
Nell’anno che verrà sono due gli appuntamenti ecclesiali che possiamo utilmente tener presenti per segnare il cammino pastorale diocesano e quindi di tutte le comunità parrocchiali.
Il prossimo anno pastorale per volontà di Papa Francesco sarà un anno dedicato alla vita consacrata. La preziosità della testimonianza dei consacrati e delle consacrate, l’umile servizio che le religiose offrono nelle Parrocchie e nelle scuole d’infanzia, come anche la dedizione dei religiosi nei servizi pastorali loro affidati, ci stimola ad una riflessione e alla riconsiderazione del valore di questa vocazione nella Chiesa. Purtroppo a seguito del calo di vocazioni assistiamo in questi anni alla chiusura di diverse case religiose con le conseguenza negative per le comunità, private di una testimonianza di consacrazione totale al Signore, di una vita dedicata alla preghiera e al servizio gratuito, di un’esperienza di vita comune che si fonda sul Vangelo.
L’anno pastorale potrà dunque offrire l’occasione per ripresentare la vita religiosa nelle nostre Parrocchie, rinsaldando quei rapporti di stima e di mutuo sostegno che devono legare le comunità religiose alle nostre comunità parrocchiali. Come spesso invochiamo il Signore affinché non faccia mancare alla nostra Chiesa vocazioni al ministero sacerdotale, con altrettanta forza dobbiamo invocare Dio affinchè non vengano meno neppure vocazioni alla sequela di Cristo per la via della radicalità evangelica e della verginità consacrata, secondo i diversi carismi presenti nella vita della Chiesa.
Indubbiamente l’evento che coinvolgerà poi in modo determinante anche la nostra Diocesi nel prossimo anno sarà il Convegno Ecclesiale di Firenze che sarà celebrato dal 9 al 13 novembre 2015. Ogni decennio, infatti, le Chiese italiane si radunano per un momento di riflessione, verifica e confronto pastorale. Il tema del Convegno sarà questa volta: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. E’ facile intuire che in continuità con il Convegno ecclesiale di Palermo del 1995 e con quello di Verona del 2006 che ha evidenziano alcuni “ambiti di vita” in cui far risuonare la Parola che illumina e libera, anche a Firenze si intende mettere in evidenza il legame profondo e intrinseco tra Cristo e tutto ciò che è autenticamente umano, come pure riproporre il suo insegnamento come cammino di vera umanizzazione. Un umanesimo alimentato innanzitutto dalla vita delle famiglie come senz’altro ricorderà il prossimo Sinodo dei Vescovi ad essa dedicato.
Già gli Organismi di partecipazione diocesani sono stati sollecitati in questi mesi da un “invito” offerto dal Comitato preparatorio che chiedeva di indicare alcune esperienze vissute dalla nostra Chiesa Locale come “dono” promettente che opportunamente potrebbero essere portate ad esempio ed essere condivise con le altre Diocesi italiane. Ci è sembrato significativo indicare l’esperienza degli Stati Generali del Lodigiano e il sostegno articolato alle famiglie che comprende anche la lodevole e significativa iniziativa del Fondo di Solidarietà, esempio quotidiano e fattivo di dedizione nei confronti dei poveri, che ha coinvolto Parrocchie, Vicariati, Caritas diocesana.
Cari sacerdoti, ringraziandovi di vero cuore per la collaborazione e la disponibilità che avete sempre dimostrato nell’impegno a servizio del Popolo che vi è affidato, vi esorto a continuare nel servizio obbediente e generoso alla Chiesa che è in Lodi.
Alla vostra saggezza pastorale affido queste indicazioni insieme a quelle degli anni passati affinchè la vita delle nostre comunità possa rinnovarsi alla luce del Vangelo e di un cammino di discernimento ecclesiale comune e condiviso.
Cari fedeli tutti, in occasione della Visita pastorale e dei diversi incontri che mi hanno visto presente nelle vostre Parrocchie o in cui avete partecipato a qualche celebrazione in Cattedrale, ho potuto apprezzare e ammirare la vostra fede e la vostra carità , caratteristiche proprie del popolo lodigiano.
Ciò che ci accompagna e ci sostiene nel cammino non può che essere la Parola di Dio, letta, meditata, attualizzata in comunione con tutta la Chiesa, nella fedeltà al suo Insegnamento e alla sua viva Tradizione.
Ad essa prestiamo ascolto, sapendo di contare sull’intercessione di Maria Santissima, presenza materna e preziosa nel cammino della mia e vostra vita, sui santi Patroni Bassiano e Alberto e sulla lunga schiera di santi che rappresentano il frutto più bello e luminoso della lunga storia di fede di questa nostra Chiesa e che ancora ci invita a fissare il nostro sguardo sul Cristo, a confidare nella sua misericordia, a camminare verso la Patria beata del Cielo.
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