Dalla notte della Resurrezione all’alba di un giorno nuovo, che racconta la Speranza dei cristiani

CELEBRAZIONI La veglia pasquale sabato in cattedrale a Lodi e la Messa nel giorno di Pasqua con la benedizione papale

La Speranza cristiana riposta in una notte, la notte della Resurrezione di Cristo che spalanca le porte a un’alba senza fine. Ieri sera, Sabato santo, anche la cattedrale di Lodi, prima chiesa giubilare della diocesi, ha ospitato la veglia pasquale, come tutte le chiese del mondo in cui le comunità cristiane si sono riunite per il momento centrale dell’anno liturgico. La cerimonia si è aperta con la magia della Liturgia della Luce, con il vescovo che ha acceso il cero pasquale sulla soglia della cattedrale avvolta nell’oscurità.

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«Dopo la notte dell’ultima cena - ha detto il vescovo Maurizio durante l’omelia -, e la notte della Croce che riscatta tutti nell’amore “fino alla fine” di Cristo, la notte di Pasqua offre l’occasione della rinascita in Cristo, morto e risorto». Il vescovo ha fatto un parallelismo con il Battesimo, spiegando perché proprio in questa notte la tradizione vuole la celebrazione di alcuni battesimi. Tradizione che si è compiuta anche ieri, con il Battesimo di alcuni catecumeni nell’abbraccio di tutta la comunità.

Stamattina, domenica 20 aprile, la cattedrale è tornata a riempirsi per la santa Messa nel giorno di Pasqua. La funzione solenne presieduta dal vescovo Maurizio, affiancato dal Capitolo della cattedrale, si è svolta nel duomo gremito di fedeli: «Si è fatta luce sulla nostra pseranza che prende certezza dal giorno fatto dal Signore. Così la fede battesimale trova nella speranza un’ancora di stabilità e salvezza».

Il vescovo ha spiegato come gli impegni sociali dell’essere umano, l’impegno alla carità verso il prossimo, alla difesa dell’umano, alla cura del creato e alla difesa della pace siano un imperativo per i battezzati, ma debbano essere radicati in Gesù perché si possa rimanere in comunione con Dio padre e con lo Spirito santo.

Il vescovo ha evidenziato le difficoltà del mondo e lanciato un appello alla pace, partendo dalla singolare coincidenza della Pasqua cattolica con quella ortodossa: una coincidenza che cade proprio nel 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea. Un elemento che chiama all’unità della Chiesa, nell’Anno giubilare, ma anche all’unità delle persone di ogni fede e al dialogo per una pace che sia vera e concreta.

Al termine della funzione, la benedizione papale con l’indulgenza collegata al Giubileo, quindi la tradizionale visita del vescovo Maurizio alla mensa diocesana, per portare gli auguri pasquali ai poveri della città.

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