«Diaconi per servire e annunciare»

Sono passati un po’ di anni da quando nel 2007 prendemmo la decisione di entrare in seminario. Ricordiamo ancora come se fossero ieri i primi giorni passati in seminario. Scegliemmo di entrare per verificare se quello che sentivamo nel cuore fosse davvero la volontà di Dio. In tanti nel nostro cammino prima del seminario ci hanno comunicato la gioia di servire il Vangelo di Gesù. Una buona notizia comunicata che diventa ora più che mai vita vissuta: sabato 4 ottobre nella chiesa parrocchiale di Zorlesco per l’invocazione dello Spirito Santo e l’imposizione delle mani del vescovo Giuseppe riceveremo l’ordine del diaconato. È un giorno particolare, anche perché la Chiesa, in quel giorno, festeggerà San Francesco d’Assisi che, per chi non lo sapesse, fu anche lui diacono. Il significato della parola Diacono già rivela il senso profondo di questa missione, infatti la parola greca diakonos venne utilizzata sin dall’inizio della storia della Chiesa per indicare colui che si poneva nella comunità a servizio del prossimo. Il servizio diaconale che svolgeremo quest’anno, prima dell’ordinazione presbiterale, vuole essere un periodo di crescita al servizio dei più poveri e bisognosi, così come Gesù si è chinato a curare le ferite delle persone che incontrava per strada, così il diacono è chiamato a fare lo stesso. «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime» (Mt 11,29-30): Gesù con queste parole vuole spronare ciascun cristiano ad essere umile, a portare i pesi gli uni degli altri con la speranza e la promessa di un ristoro sicuro. Il diacono, come tutti i cristiani, deve essere colui che dà testimonianza di umiltà e carità perfetta. San Francesco d’Assisi nella sua vita ci insegna proprio questo. Venire ordinati diaconi significa farsi piccoli per servire e annunciare la parola di Dio. San Giovanni Paolo II così ribadiva, il 30 Novembre 1995 «… Mediante l’imposizione delle mani del Vescovo e la specifica preghiera di consacrazione, il diacono riceve una peculiare configurazione a Cristo, Capo e Pastore della Chiesa che, per amore del Padre, si è fatto l’ultimo e il servo di tutti. In virtù del sacramento ricevuto, viene impresso un carattere spirituale indelebile, che segna il diacono in modo permanente e proprio come ministro di Cristo. il diacono è un ministro della Chiesa. La sua … è una missione!”. Cercare di vivere sapendo che la fede in Dio è la nostra umile bussola in grado di sprigionare quella speranza e quella felicità che cerchiamo ogni giorno di ottenere; vivere con umiltà di cuore il cammino che il Signore ci fa percepire come il proprio modo particolare di realizzare il suo progetto di vita; viverlo con gioia, semplicità e con l’amicizia di chi lo sta già vivendo; cercare non di imporre con autorità e superiorità parole che potrebbero offendere la libertà di chi non si sente amato a sufficienza da Dio e dalla Chiesa; far sentire questo amore come un sussurro leggero detto nell’intimità del cuore, sperando e accettando che sia la persona a dover fidarsi di quel Dio che si è donato totalmente alla sua creatura; far sentire la meraviglia amabile di questo amore, sperimentarla insieme a chi è già in cammino e guidare con spirito di servizio e dedizione chi sente nel cuore il desiderio di incontrare colui che ha parole di vita eterna per ciascuno di noi. Ecco i sentimenti del nostro cuore, che con la parola di Dio, la formazione in seminario e la testimonianza di tante persone che vivono la fede con entusiasmo, stanno diventando quelle fondamenta solide del nostro desiderio di diventare sacerdote. Incontrare chi ha bisogno di una parola di tenerezza e di speranza: i giovani, le famiglie, i poveri e chi non si sente per niente attratto da un cammino di fede vuole essere ciò che contraddistingue la nostra donazione, il nostro essere futuri sacerdoti. A voi che ci avete accompagnato fin qui con le vostre preghiere, chiediamo di continuare con ancora più forza perché possiamo diventare a Dio piacendo santi sacerdote capaci di ascoltare la sua voce e di vivere in mezzo ai fratelli con dedizione e grande spirito di servizio, proprio come Gesù ha fatto nella sua vita qui con noi. I nostri compiti nelle celebrazioni liturgiche saranno vari: amministrare sacramenti quali battesimo, matrimonio, essere ministro ordinario della Santa Comunione, esercitare il ministero della parola (ovvero, durante una celebrazione Eucaristica leggere il Vangelo), impartire benedizioni di persone, luoghi e oggetti, benedizioni eucaristiche e altre liturgie fuori della Messa. In questi giorni di attesa, la tensione si fa sentire. È una cosa bella avere questi sentimenti perché l’ordinazione diaconale è un dono grande che cambia la tua vita e la trasforma in una vita dedita al servizio, all’accoglienza e all’annuncio. Vi chiediamo un ricordo nella vostra preghiera, perché il Signore possa accompagnarci in questa nuova missione.

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