
ESCLUSIVA «Quella telefonata sul mio cellulare nei giorni più duri del Covid...», il vescovo di Lodi ricorda Papa Francesco. La videointervista
Monsignor Malvestiti «Ricordo quel famoso “buonasera”, il giorno della sua elezione, così familiare come se fossimo attorno a un buon padre di famiglia»

Lodi
Eccellenza, qual è il suo primo ricordo di Papa Francesco?
«Il primo ricordo è di quella sera celebre, il 13 marzo del 2013 - risponde monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi -. Ero sul lato destro, guardando la facciata di San Pietro, sopra quella serie di statue che ornano il colonnato del Bernini, insieme ad altri sacerdoti e ad alcuni collaboratori laici della Santa Sede. È arrivato prima il cardinale protodiacono a dare l’annuncio del nuovo Papa e poi abbiamo aspettato l’arrivo di Papa Francesco, con quel famoso “buonasera” che ha tutti spiazzati perché ci aspettavamo tutto ma non un buonasera così familiare come se fossimo attorno a un buon padre di famiglia. E poi con quella benedizione: alcuni hanno notato che ha iniziato con questa benedizione che ha chiesto su di sé, con la preghiera del popolo da parte di Dio e poi ha concluso il suo ministero, il servizio Petrino, con la benedizione che dalla loggia ha impartito alla città e al mondo in nome di Dio (a Pasqua 2025, ndr). E poi quella “corsa” in mezzo ai fedeli che ci ha tutti commossi. Ovviamente non pensavamo che si concludesse così velocemente la sua giornata terrena ma forse sentiva di dover fare quest’ultimo tratto della corsa del Vangelo che ha cercato di portare a tutti per tornare poi alla casa del padre».
Ci sono stati poi diversi altri incontri personali. Direi di andare avanti di circa un anno rispetto al 2013, perché arriviamo al 2014...
«Sì, nel 2014 abbiamo avuto questa ordinazione episcopale (l’ordinanza del vescovo di Lodi, ndr) e mi ricordo che nell’incontro successivo con altri vescovi lombardi appena ordinati -perché tutti gli anni fanno il corso per i nuovi vescovi - lui mi ha detto “guarda che non ho potuto ordinarti perché avevo dei battesimi che da tempo avevo già fissato”, per dire l’amabilità del Santo Padre. Ma il mattino successivo alla ordinazione, che avvenne l’11 ottobre, sono potuto andare a Santa Marta con i miei familiari e sono stato ricevuto in maniera molto amabile da lui. Anzi in quell’occasione mi ha fatto anche dono di una croce che adesso diventa un po’ una reliquia, un suo ricordo».

Poi c’è stata una telefonata, ricevuta in maniera inattesa, come era uso di Papa Francesco, forse in uno dei momenti più difficili di questa terra lodigiana. La riporto con la memoria al 2020, al tempo del Covid...
«È tutto commovente ciò che diciamo di Papa Francesco. Era il 6 marzo del 2020 e ricordo di aver segnato e ho anche memorizzato quella chiamata alle 11.08».
Com’era andata?
«Era stata preannunciata da un sacerdote in segreteria, che diceva che doveva telefonare il Papa. Ovviamente erano increduli e siamo stati lì senza dire nulla a nessuno, per non fare nemmeno delle figuracce... E invece poi è arrivato, gli avevano dato il mio cellulare quindi mi ha chiamato alle 11.08 sul cellulare e ha detto: “Vi sono vicino perché siete nel fuoco nel fuoco di questa esperienza che è nuova per tutti e che pare tanto dolorosa”. E quindi ci ha assicurato la vicinanza ma anche soprattutto la sua benedizione, la sua preghiera».
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