Festa della Madonna del Carmine a Lodi,
la Messa nella chiesa di via Gorini

Lunedì 15 luglio alle 18 la liturgia eucaristica presieduta dal vescovo Maurizio

La chiesa della Beata Vergine del Carmine, in via Paolo Gorini, è chiusa da molti anni, tanto che i più giovani nemmeno ricordano quando era parrocchiale, e ospitava ogni giorno le preghiere e le celebrazioni per centinaia di fedeli.

Tuttavia, il vescovo Maurizio ha colto l’occasione della festa della Madonna del Carmine (che cade il 16 luglio) per riaprirla una volta al pubblico perché ospiti una celebrazione eucaristica. L’appuntamento è il 15 luglio, lunedì, alle ore 18, in via Paolo Gorini 36.

La celebrazione del Carmine è nata come occasione per celebrare la Madonna del Carmelo da parte dell’ordine Carmelitano, ma, come affermato da Paolo VI nell’esortazione apostolica Marialis Cultus, è una di quelle ricorrenze “celebrate originariamente da particolari famiglie religiose, ma che oggi, per la diffusione raggiunta, possono dirsi veramente ecclesiali”. E sarà una festa veramente ecclesiale quella che vedrà il vescovo Maurizio celebrare l’Eucarestia, segno di una profonda devozione alla Madre di Cristo, che da sempre esprime il valore più autentico della fede delle persone semplici, che si accostano al mistero divino seguendo la via indicata dalla Vergine, una vita fatta di contemplazione, della purezza di un’Ave Maria recitata sottovoce, della purezza contemplativa delle monache di clausura che, anche a Lodi, accompagnano con la preghiera silenziosa e continua la vita della diocesi.

La festa liturgica della Vergine del Monte Carmelo ricorda l’apparizione mariana a san Simone Stock, mistico carmelitano, nel 13esimo secolo, ma la devozione al Carmelo pone le sue radici addirittura nell’antico testamento: si racconta che il profeta Elia lì radunò alcuni uomini per difendere la purezza della fede. A partire da questa esperienza, si stabilirono gruppi di monaci che, nel Medioevo, si rifacevano al profeta Elia, seguendo la regola di san Basilio. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo acquisì, in tal modo, i suoi due elementi caratterizzanti: il riferimento ad Elia ed il legame a Maria. Ed è proprio visitando i luoghi santi della Palestina che Simone Stock, nel 1251, raccontò di aver visto la Madonna che gli avrebbe porto il cosiddetto Abitino, lo Scapolare del Carmelo che ancora oggi è segno di devozione di molti fedeli e che porta con sé la promessa di grandi ricompense spirituali da parte della Vergine a chi lo indossa.

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