«Giovani testimoni di vita e di fede sulle orme di San Francesco»

Ad Assisi il pellegrinaggio di trecento 14enni lodigiani con il vescovo Maurizio

«Le guerre sono tutte da fermare perché sono contro la vita: quelle dichiarate e quelle nascoste, tutte inaccettabili: per questo ieri sera (sabato, ndr) sotto lo sguardo della Madonna degli Angeli vi ho detto che la vita va custodita, difesa e protetta sempre, come fa il suo autore, Gesù, dal primo palpito sotto il cuore della Mamma prima della nascita fino all’ultimo respiro». Lo ha sottolineato ieri mattina il vescovo Maurizio in occasione della celebrazione presieduta nella basilica inferiore di Assisi al culmine del pellegrinaggio diocesano dei 14enni. Un monito, quello del vescovo di Lodi, che arriva in un momento in cui nel mondo le armi sembrano prevalere sulla ragione e sulla speranza. La pace non è un concetto astratto, parte da ognuno nella vita di ogni giorno. «Ci sono le guerre piccole o gravi (dipende) tra noi, uomini e donne di ogni età – ha ricordato ai ragazzi il vescovo Maurizio -, quando desiderando Dio, che è di tutti, cerchiamo di catturarlo accaparrando solo per noi la terra, le persone e le cose mentre se tutto è condiviso fraternamente si vive in pace. Francesco e Chiara con la loro povertà, con l’amore nel dono puro di sé per tutti (castità) e l’obbedienza avevano capito che vera ricchezza è solo Dio, da incontrare nei fratelli e nelle sorelle, tutti, specie se poveri»

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«Dopo il segno di croce, ho solo prestato la voce a Gesù, Crocifisso e Risorto, Datore dello Spirito Santo – ancora monsignor Malvestiti -: Lui, vero ed eterno sacerdote, ha detto: “La pace sia con voi”. Alla fine della Messa con la sua benedizione Lui aggiungerà: “Andate in pace”. Per questo, appena prima della Comunione, gli ricorderò che proprio Lui ha detto agli apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” e lo supplicherò di “non guardare ai nostri peccati ma alla fede della sua Chiesa donandole unità e pace”».

«La pace ci è donata – ha ricordato il vescovo - quando animato dallo Spirito Santo riconosciamo Gesù allo spezzare del pane, quale vittima di espiazione per i peccati nostri e del mondo. Il perdono di Dio libera il cuore dalle guerre nascoste e ci rende capaci di perdonare per fermare insieme tutte le altre». «Nessuna guerra vincerà se osserviamo i comandamenti che Gesù ha sintetizzato in uno solo: ama Dio e tutti in Lui. Gesù, che non è un fantasma, ci invita alla mensa eucaristica dicendo: mangiate e bevete; paure e dubbi fanno crescere l’amore se glieli consegniamo pentendoci dei peccati». Per passare dalla divisione all’unità e da ogni inimicizia alla pace, bisogna accogliere la fede della Chiesa, col perdono dei peccati, in Cristo Gesù. «È quanto avviene nel Battesimo. E poi nella Confessione. Si rimane però in questo dono con la Messa. Ecco perché vivremo nei sei vicariati la professione di fede che qui ad Assisi abbracciando tutti i 14enni lodigiani anticiperete tra poco» , ha annunciato monsignor Malvestiti in riferimento ai prossimi incontri previsti per i 14enni. Ragazzi a cui il vescovo Maurizio ha ricordato l’impegno a essere testimoni in quanto battezzati e cresimati. La celebrazione nella basilica inferiore di Assisi ha concluso il pellegrinaggio diocesano, iniziato venerdì a Gubbio e rallegrato dalla partecipazione del vescovo Maurizio, giunto sabato nella terra di San Francesco e Santa Chiara.

Col vescovo Maurizio e il direttore dell’Upg don Enrico Bastia hanno concelebrato undici sacerdoti. Due frati cappuccini di Casale e le Suore di Castiglione, una Salesiana di Lodi insieme ai catechisti e catechiste hanno collaborato a rendere tanto gradito e gioioso il pellegrinaggio.

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