Il vescovo Malvestiti incontra i giornalisti

«Informare è un atto vitale per la società. La verità è il nostro respiro, ma si è dovuta abituare a essere travisata, benché non si arrenda e - quando meno te l’aspetti - si impone e smentisce apertamente quanto nascosto. Poi soffre di nuovo, calpestata e negata: mai si arrende e sa attendere». Si rivolge così il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti agli operatori della comunicazione che sabato mattina hanno varcato la soglia della Porta Santa della Cattedrale di Lodi per iniziare il proprio Giubileo della misericordia. Dopo l’ingresso in cattedrale, monsignor Malvestiti celebra la Messa in cripta. Qui il suo primo riferimento è al patrono dei professionisti dell’informazione, San Francesco di Sales: «Era un ottimo scrittore per contenuto, stile e metodo - spiega il vescovo -. Visse in un tempo forse simile al nostro: non si trattava di cambiamenti in atto, bensì di cambiamenti d’epoca con incalcolabili lacerazioni e possibilità». Il Giubileo dei giornalisti e delle giornaliste spinge a riflettere sulla misericordia: «Notizie da bruciare e da smontare: è il vostro lavoro. Mai bruciare e smontare l’uomo: le sue caricature sì; le menzogne e la corruzione che lo soffocano sì. Buttare il disumano, mai l’uomo. Lo scarto non sia per gli ultimi, i poveri, quelli che non contano e perciò mai fanno notizia. Non scartare la famiglia, i giovani e il lavoro. E nemmeno lo spirito senza il quale l’uomo non c’è! Non scartate la misericordia e mai vi scarterete tra di voi». Monsignor Malvestiti prosegue con un appello ai giornalisti: «Vi chiedo deontologia e cuore per dare dell’umano una visione integrale».

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