È nell’Auditorium del Bipielle Center di Lodi che si sono riunite le delegazioni di congressisti provenienti da molti Paesi del Mondo per assistere a una delle sessioni parallele del Congresso teologico pastorale. L’evento, pensato per approfondire la riflessione proposta dalla Chiesa sui temi del VII Incontro Mondiale delle Famiglie ha interessato diverse città lombarde dal 30 maggio al 1 giugno.
«Famiglie rurali: le nuove sfide del lavoro agricolo e la responsabilità per il creato», è il tema a cui è stata dedicata la convention lodigiana. Il professor Lorenzo Morelli, presidente della facoltà di agraria presso l’Università Cattolica di Piacenza, ha coordinato una tavola rotonda in cui si sono alternati gli interventi di Paolo Ciocca, segretario generale Ifad, Sergio Marelli, segretario generale Focsiv e Enrico Maria Tacchi, docente di sociologia urbana all’Università Cattolica di Brescia.
Le relazioni, sono state suddivise in tre fasi corrispondenti ad altrettante tipologie economiche di cui si è cercato di mettere in luce i punti di forza e debolezza: economia agricola, economia in trasformazione e economia urbanizzata. «I problemi che affliggono i paesi rurali sono numerosi e spaziano dalla mancanza di sicurezza alimentare, all’inadeguatezza delle infrastrutture, alla scarsità di risorse idriche, ai conflitti», questi, secondo Ciocca, i presupposti su cui basare una prima analisi. «La priorità di intervento va alla tutela e promozione della piccola proprietà agricola: l’economia infatti si può rilanciare solo partendo dal basso, facilitando, ad esempio, l’accesso a mercati non solo locali e garantendo la disponibilità di microcredito e credito rurale».
La complessità della situazione economica dei Paesi in via di sviluppo è stata invece presa in esame dal professor Tacchi, che ha posto l’accento su fenomeni quali l’industrializzazione e globalizzazione, veri e propri cancri per il settore agricolo: «Nelle economie in trasformazione la famiglia cessa di essere unità di produzione e di consumo, gli spazi e i tempi dedicati alle relazioni si riducono e l’uomo sviluppa un’attitudine a contabilizzare e mercificare ogni cosa, illudendosi di avere il pieno controllo della natura e dunque di potersi sostituire a Dio».
Situazioni simili si riscontrano anche nelle economie dei paesi sviluppati il cui reddito è ormai quasi esclusivamente basato sulla produzione industriale e terziaria. È proprio in queste aree che nasce, secondo i relatori, la consapevolezza della necessità di una conciliazione tra sviluppo e compatibilità economica, nonostante la strada da percorrere sia ancora lunga.
«Alla luce di quanto detto, dove possiamo allora trovare degli elementi di rassicurazione e speranza per il futuro?» È Sergio Marelli a rispondere alla questione sollevata dal professor Morelli nelle battute conclusive del convegno: «Sono due le strategie da perseguire se vogliamo sostenere uno sviluppo economico equo e rispettoso del mondo agricolo: preoccuparci da subito delle diseguaglianze economiche a livello mondiale e rimettere la famiglia al centro di qualsiasi politica sociale».
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