«Madre Cabrini, una santa in anticipo sui tempi»

Il vescovo Maurizio alla celebrazione nella Basilica di Sant’Angelo

«Una piccola colomba che volò al soffio dello Spirito in terre lontane, sul mandato del successore di Pietro». Così il vescovo Maurizio ha descritto Santa Francesca Cabrini, nata il 15 luglio 1850 a Sant’Angelo Lodigiano nella cui Basilica, ieri, monsignor Malvestiti ha presieduto la Santa Messa con la partecipazione delle Missionarie del Sacro Cuore, in vista della conclusione del Consiglio Internazionale delle Missionarie e dei Laici Cabriniani. Rivolgendosi alla madre generale con il consiglio, alle madri provinciali e regionali delle Americhe, dell’Australia, dell’Africa e dell’Europa, ai membri dei rispettivi consigli ma anche ai laici della famiglia cabriniana, il vescovo ha definito Madre Cabrini come una santa in anticipo sui tempi «che volle fare dell’intera umanità un’unica famiglia di Dio, maturando sul sì battesimale il sì missionario, per amare senza misura, senza riserve, senza rimpianti colui che ci ama fino alla fine». Non ha più dimenticato, Madre Cabrini, il sogno che aveva compiuto prima di partire per le Americhe, quando vide la Madonna con il bambino Gesù che aveva il mondo tra le mani e le diceva che troppo piccolo sarebbe stato il mondo per lei: «Era chiamata a contagiare tutti con la grandezza dei cieli ai quali spalancava la vita avvicinandosi con la contemplazione al Cuore trafitto del Signore. Seppe curare da vicino le piaghe più nascoste, materiali e spirituali, dei migranti, divenendo la loro madre insuperabile, la loro patrona impareggiabile sempre a motivo del Cuore trafitto del Signore che contemplava con crescente trasporto d’amore». Dopo aver fondato a Codogno le missionarie del Sacro Cuore di Gesù Madre Cabrini non tornò più a Sant’Angelo, «poiché avendo messo mano all’aratro non voleva più volgersi indietro». Dio infatti ci vuole per il mondo ma non del mondo, bensì «liberi e felici nel dare noi stessi con Cristo secondo la sua volontà per la salvezza del mondo». Ma qui sono le sue origini «e non c’è futuro per nessuna espressione di Chiesa se non si rimane ancorati a ciò che è fin dal principio, per avere la novità non del momento ma del Vangelo, che lascia tracce profonde e frutti di vita eterna» ha detto il vescovo, chiedendo poi «forza, coraggio, ispirazione rinnovata per recare il Vangelo a tutti» non fermandosi nelle difficoltà, nella dispersione, poiché «il Signore vi darà l’opportunità di annunciare la parola, e sarete portatrici con essa della grande gioia e della libertà dal male. Se manterrete una passione sempre nuova per la divina volontà il Padre vi mostrerà il Figlio perché credendo in lui possiate avere la vita eterna ed annunciarla, assieme alla Pasqua di Cristo nel quale risorgeremo grazie alla fede». Al termine della liturgia eucaristica, concelebrata dal parroco monsignor Enzo Raimondi, il rinnovato saluto alla Madre generale suor Maria Eliane Azevedo Da Silva e un intervento della missionaria del Sacro Cuore di Gesù Terezinha Esperança Merandi a ringraziare la comunità di Sant’Angelo.

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