Pellegrinaggio in Turchia, la Santa Messa con il vescovo di Istanbul

I lodigiani guidati da monsignor Malvestiti dopo le splendide chiese rupestri sono arrivati nell’antica Costantinopoli sulle tracce di Papa Roncalli

Prosegue il pellegrinaggio diocesano in Turchia con il vescovo Maurizio. La giornata di sabato ha visto i pellegrini visitare le stupende vestigia delle chiese rupestri, che accolsero i monaci di San Basilio, padre della Chiesa, che proprio in questa zona diede impulso alla vita cristiana, dando origine ad un monachesimo che si distingueva per la centralità della Parola di Dio e per la misericordia che animava la vita comunitaria. Chiese che, come ci ha detto Elena, esperta di Storia dell’arte, «presentano la struttura architettonica a croce greca, tipica dell’Oriente cristiano, con il Cristo benedicente alla greca dipinto nelle cupole centrali e laterali. Sulle pareti sono raffigurate scene della vita di Gesù e della Vergine Maria, ricche di particolari narrativi, ma anche di significati teologici. In alcune chiese invece la figurazione lascia il posto a motivi simbolici imposti dall’aniconismo, tradizione che rifiuta le immagini. Spiritualità, umanità, storia, cultura si incontrano in un bellissimo contesto naturalistico di rocce color ocra, ravvivate dai fiori di primavera; in tutti è evidente la gioia di trovarsi in questi luoghi e di poterla condividere».

Ieri, poi, i pellegrini sono volati a Istanbul, l’antica Costantinopoli, dove hanno avuto modo di fare una visita orientativa della città, prima di andare a visitare la casa dove San Giovanni XXIII visse durante il periodo in cui fu Vicario apostolico per i latini della capitale e rappresentante pontificio per la Turchia. Come ci ha ricordato il vescovo Maurizio «furono anni intensi che confermarono la sensibilità ecumenica e interreligiosa acquisita in Bulgaria, dove fu visitatore apostolico per un decennio. Ovunque si distinse per la cura delle relazioni ecclesiali e diplomatiche in tempi molto complessi che lo prepararono per la nunziatura in Francia». La visita a casa Roncalli ha consentito di avvicinare testimonianze molto significative del ministero e della diplomazia “pastorali” che hanno distinto l’operato del ”Papa buono”. La giornata si è poi conclusa con la celebrazione della Santa Messa nell’Ottava di Pasqua concelebrata dal vescovo per i latini della città di Istanbul monsignor Massimiliano Palinuro, che ha messo a disposizione del vescovo Maurizio il pastorale utilizzato dal futuro Giovanni XXIII durante il suo ministero episcopale a Istanbul. Monsignor Palinuro ha ricordato come proprio la figura di Papa Roncalli sia stata all’origine della sua vocazione, avendo letto una sua biografia all’età di 7 anni. La nomina a vescovo di Istanbul è sembrato davvero il coronamento di un cammino vocazionale che ha portato monsignor Palinuro a camminare sulle orme di quel “Papa buono”, che spese la sua vita per gettare ponti, anziché costruire muri, per cercare ciò che unisce, anziché ciò che divide.

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