«Siate segno di speranza giubilare»

L’invito del vescovo Maurizio nella celebrazione che ha ricordato gli anniversari di ordinazione sacerdotale

Lodi

«Custodi e mai padroni della Chiesa di Dio. Vegliamo su noi stessi per essere in grado di vegliare su tutto il gregge». Un augurio in preghiera, che il vescovo di Lodi Maurizio Malvestiti ha rivolto nell’ambito della festa dei Giubilei sacerdotali, che è stata anche l’occasione per celebrare la Giornata della santificazione sacerdotale, opportunità preziosa in cui ogni presbitero può ravvivare la consapevolezza del dono ricevuto. Ieri mattina nella cappella maggiore del Seminario vescovile si è svolta la liturgia eucaristica nella quale sono stati ricordati gli anniversari di ordinazione di monsignor Sandro Bozzarelli e monsignor Antonio Spini, che hanno raggiunto il 65esimo anno al servizio della Chiesa e dei fedeli, don Luciano Rapelli al suo 50esimo anniversario di ordinazione e don Alessandro Noviello , al 25esimo. La Santa Messa è stata concelebrata dal vescovo emerito di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, che il prossimo 4 novembre ricorderà il 30esimo anniversario di ordinazione episcopale, dal vicario generale della diocesi monsignor Bassiano Uggé e da don Anselmo Morandi, rettore del Seminario. Monsignor Malvestiti ha esteso una supplica e una preghiera al Signore anche per tutti i sacerdoti che compongono il presbiterio diocesano e ai due seminaristi che nelle prossime settimane riceveranno rispettivamente l’ordinazione sacerdotale (don Alberto Gibilaro) e quella diaconale (Matteo Vailati Facchini). Citando le parole di Papa Leone nelle ordinazioni presbiterali appena celebrate a San Pietro, il vescovo Maurizio ha detto: «Quasi come una carezza riconoscente, per la dedizione che ha accompagnato il loro servizio ecclesiale, la liturgia del giorno ha ricordato che “si è più beati nel dare che nel ricevere”. Quello che diamo lo abbiamo ricevuto. Il restituirlo, nell’incomparabile facoltà che l’ordinazione ci ha conferito, moltiplica il dono di Dio in chi dà e in chi riceve». Il vescovo Maurizio ha rivolto un invito alla trasparenza della vita e alla credibilità: «Non doppia vita o vita che sfugge a se’ stessa, bensì vita conosciuta, leggibile, credibile, vita consegnata». Si può stare davanti solo rimanendo dentro il popolo di Dio: queste le parole del Pontefice sottolineate dal vescovo Maurizio, che ha aggiunto: «Contribuiamo a ricostruire la credibilità della Chiesa, dell’umanità e della creazione, che sono ferite, evidentemente da noi, non dallo Sposo fedele». «E quando lasceremo le comunità che via via ci sono state affidate - ha proseguito monsignor Malvestiti - i fedeli ci accompagneranno con il grazie del cuore per aver incontrato un vero fratello e padre, che ha favorito, non offuscato, la visita del Signore Gesù nella loro vita. Custodi della concordia e della pace ecclesiale, saremo segni della speranza giubilare nella società», ha concluso il presule. Dopo la liturgia eucaristica la festa dei Giubilei sacerdotali è proseguita con un fraterno momento conviviale in Seminario.

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