Terrasanta: «La soluzione per la pace è quella di due popoli e due Stati»
L’intervento del vescovo Maurizio all’Istituto Tosi di Codogno
«Cosa dobbiamo fare in mezzo a questo disastro, l’incursione terroristica inqualificabile e la risposta israeliana altrettanto inqualificabile? Dobbiamo schierarci? La proposta del patriarca di Gerusalemme (sarà a Lodi il 20 febbraio al Colloquio di San Bassiano, ndr) è quella di non schierarci, ma non per essere dei timidi che non si assumono le loro responsabilità, bensì per lavorare e creare un’opinione pubblica e costringere questi contendenti alla soluzione che sembra la più equilibrata: sono due popoli, vi siano due Stati».
È questa la prospettiva offerta martedì 6 febbraio dal vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti agli studenti dell’Itas Tosi di Codogno al termine della conferenza culturale dedicata al Medio Oriente dal titolo, “Storia, religioni e culture tra pace e guerra”. Prima della sua ordinazione episcopale infatti, dal 1993 al 2014, monsignor Malvestiti ha fatto parte del Dicastero per le Chiese Orientali a Roma e, nei cinque anni precedenti al suo ingresso come vescovo di Lodi, è stato membro delle Commissioni Santa Sede-Israele e Santa Sede-Palestina.
Dopo un breve excursus storico sulla Terra Santa, il vescovo Maurizio ha dunque richiamato la recente visita ad limina apostolorum presso papa Francesco in cui ha sottolineato l’esigenza di «mettere a tema la paura del futuro legata proprio alla pace che è compromessa» e gli impegni presi in quella sede: «Per la pace noi dobbiamo convocare tutti, affinché ognuno, secondo le proprie convinzioni religiose, si faccia veramente cosciente di questo bene per tutta l’umanità». Il tutto però a partire «dalla supplica al Creatore e Padre, poi dalle azioni (anche quelle diplomatiche in atto da parte della Santa Sede da lungo tempo) e soprattutto dall’educazione alla pace che parte dal rispetto, dalla condivisione solidale e dall’amicizia». Anche a scuola.
Il vescovo Maurizio ha quindi messo in guardia i giovanissimi dalle strumentalizzazioni che inducono a pensare che la causa di tutto questo male siano le religioni: «Educare alla pace significa anche aiutare i giovani a distinguere le religioni per quello che sono, ossia le coscienze dei popoli che difendono l’umano; è il dio denaro che le strumentalizza sacrificando il futuro comune costituito dai giovani indipendentemente dalla diversa nazionalità». Quello stesso dio denaro che sta tentando di mercanteggiare le uniche cose che erano rimaste gratuite: l’amore e la vita. «Noi dobbiamo difendere l’umano: rispettiamo il desiderio di tutti, ma la vita, la paternità, la maternità erano le uniche cose davvero gratuite, il dio denaro non le può mercanteggiare perdendo il senso del limite e del dono», ha concluso.
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