Un bassorilievo per ricordare il “don”

A un anno dalla morte di don Angelo Carioni l’abbraccio di Lodi

Al posto del presepe il suo profilo. E sotto, come al riparo della grande chioma, i volti dei ragazzi dell’oratorio e degli scout. Quelli che lui era capace di illuminare, come la luce delle sue lanterne, nelle notti amare dei dubbi e della crisi.

Sara fatto così il bassorilievo di un metro per un metro e 10, dedicato a don Angelo Carioni e realizzato dall’artista di Lodi Felice Vanelli.

A volerlo sono stati gli scout e i tutti i suoi amici, quelli di San Bernardo, dei giri in bicicletta, della vita di tutti i giorni. L’opera sarà collocata con una cerimonia, tra le due finestre di casa sua, di fianco alla chiesa delle Grazie, dove il sacerdote era solito allestire il suo grande presepe, il 26 giugno alle 11. A un anno dalla morte.

Sopra il profilo del don, il sacerdote “alternativo” e il volto dei suoi ragazzi, si leggono la data di nascita e di morte del prete (1935-2010) e il suo motto principale “Fratres gaudete Domino sempre”, fratelli, gioite nel Signore, sempre.

«I festeggiamenti - spiega il suo amico di San Bernardo Luca Grazioli - partiranno il 25 giugno, alle 21, nella chiesa delle Grazie. Gli Scout hanno organizzato un momento di preghiera e di riflessione».

Lo ricorderanno attraverso i suoi simboli, quelli che il don utilizzava anche durante le celebrazioni eucaristiche, tra i quali le sue lanterne, a ricordo di quella che aveva illuminato il suo sentiero, in mezzo alla campagna francese, dove si era smarrito una sera di tanti anni fa, oltre all’amata bicicletta con la quale aveva girato tutta l’Italia e diversi paesi dell’Europa. «Metteremo degli altoparlanti all’esterno e un grande schermo, per permettere anche a quanti non riusciranno ad entrare in chiesa di seguire l’incontro - aggiunge Grazioli -. A guidare la preghiera sarà don Cesare Pagazzi, l’assistente degli scout che ha ricevuto il testimone da don Angelo. Negli ultimi momenti di vita del sacerdote don Cesare gli è stato molto vicino e questo ha reso estremamente felici entrambi».

All’interno del cortile, gli organizzatori collocheranno un altro schermo, così al termine della preghiera saranno proiettati 45 minuti di video dedicati alla storia di don Angelo e alla sua esperienza in mezzo alla gente. A tutti i presenti sarà donato un cappellino con la scritta “ciao fratello”. Era il suo saluto. Per tutti quelli che incontrava c’erano sempre il suo ciao e un sorriso. I suoi interlocutori potevano essere dei bambini di 5 anni o degli anziani di 90. A tutti lui diceva “ciao fratello” e stringeva loro la mano. Don Angelo riusciva a volere bene a tutti. Per quelli in difficoltà, in particolare, don Angelo c’era sempre, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche negli ultimi giorni di malattia, bussavano alla sua porta, come sempre, quelli che lui chiamava “i cercatori”: non ha mai mandato via nessuno. Trasmetteva sempre gioia, felicità e qualcosa di nuovo».

Questo suo carattere gioioso sarà ricordato con la festa in cortile. Un grande fuoco sarà accesso nel centro, tutto intorno le lanterne in lamiera rossa, i canti festosi dei presenti, previsti in gran numero, conditi con grosse fette di anguria e di torta.

La festa continuerà il giorno dopo, alle 11, con l’inaugurazione del bassorilievo, sul sagrato della chiesa, superate le difficoltà avute dagli organizzatori con la soprintendenza. 

Oltre all’autore dell’opera Vanelli saranno presenti il sindaco Lorenzo guerini e tutti i rappresentanti delle istituzioni. Alle 11.30, il parroco del Duomo don Franco Badaracco celebrerà la Messa. A partecipare in grande stile sarà il gruppo dei ciclisti che giravano l’Europa con il don: esibiranno una divisa speciale, realizzata ad hoc. Tuta, guanti e caschetto, raffiguranti il volto del don, le sue frasi rimaste nel cuore, i simboli del suo essere, primo fra tutti le mani che si incrociano in un gesto di solidarietà. I due giorni saranno ripresi, con foto e filmati, oltre che finire in diretta, probabilmente, su RadioLodi e Telepace. Ne uscirà un dvd che sarà successivamente distribuito a tutti i presenti. «Don Angelo - aggiunge Grazioli - era un gran comunicatore. Valentino Rossi era il suo idolo perché non era un gran parlatore, ma era un campione, un combattente, uno che in pista dava tutto. E anche don Angelo era così. Uno che si esprimeva con parole semplici e che aveva il dono di farsi capire da tutti e di entrare nel cuore di ciascuno».

Cristina Vercellone

A un anno dalla morte il prete dei giovani verrà ricordato con un bassorilievo di oltre un metro realizzato dall’artista Felice Vanelli, che sarà inaugurato il 25 giugno alla chiesa delle Grazie

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