Per il terzo anno consecutivo facciamo appello a tutte le comunità della Diocesi per sostenere il Fondo di Solidarietà per le Famiglie istituito poco più di due anni fa. Nessuno avrebbe immaginato di riuscire a raggiungere nella raccolta la cifra che si è realizzata: attualmente siamo quasi a quota un milione e mezzo di euro. Con il concorso determinante delle Fondazioni del territorio, ma anche con la generosità di tante famiglie, singole persone, imprese, associazioni e con la mobilitazione delle nostre Parrocchie, che nelle due Giornate precedenti hanno raccolto la somma di quasi centomila euro nel 2009 e di quasi novantamila nel 2010. Con questa cifra abbiamo aiutato finora 524 famiglie in un contesto dove l’occupazione continua ad essere in crisi e non si vedono segnali decisi di ripresa. L’importanza di questo aiuto in fase di emergenza è attestata anche dalle testimonianze qui riportate che ci giungono dai Vicariati.
Continuerà il Fondo ancora per tutto quest’anno e per questo motivo facciamo appello a tutti coloro che lo hanno sostenuto, in particolare le Fondazioni, e in questa circostanza le nostre Parrocchie, presidio costante sulla frontiera della solidarietà. Ma l’impegno della gestione del Fondo non si limita ad assicurare la raccolta, bensì mette a frutto l’esperienza maturata in questo periodo, guardando al futuro: il Fondo non può essere una realtà permanente.
Semmai esso accompagna ad affrontare situazioni di disagio con uno stile rinnovato di solidarietà. Alcuni tratti di questo stile sono già stati segnalati. Ne accenno brevemente alcuni. L’istituzione del Fondo di solidarietà per le famiglie ha permesso di realizzare un percorso di solidarietà vissuto a livello diocesano attraverso una progettualità condivisa dagli organismi interessati di Parrocchie, Vicariati e centro diocesano. Ha favorito inoltre una prossimità concreta nelle Parrocchie, del resto già attive con le Caritas locali, con un contatto periodico con le famiglie sostenute, accompagnate in un percorso attento alla loro situazione, ma anche preoccupato di un’azione educativa nei confronti della povertà economica e povertà nei comportamenti.
C’è infatti chi soffre di trovarsi travolto dalla crisi nonostante il proprio comportamento virtuoso e chi invece ha bisogno di sostegno per vincere la povertà di comportamenti quali la difficoltà a risparmiare, a pianificare il pagamento dei debiti, a organizzare il bilancio familiare.
E ancora il Fondo ha favorito una positiva collaborazione con le istituzioni del territorio, guadagno da non dissipare anche per collaborazioni future.
L’iniziativa del Fondo di Solidarietà è stata comunque l’occasione per attivare in alcune Parrocchie e Vicariati esperienze significative, che richiamo come incentivo a una responsabilizzazione diretta delle famiglie stesse, senza demandare continuamente alla responsabilità collettiva, anche in campo ecclesiale.
Ricordo l’iniziativa “Famiglie in rete”, promossa nel vicariato di Codogno, con la costituzione di un Fondo locale integrativo per famiglie in difficoltà; interessante anche vedere famiglie che si prendono cura; si tratta di interventi a sostegno delle famiglie in difficoltà attraverso la vicinanza, l’accompagnamento di alcune famiglie “tutor” che cercano di vivere la dimensione della prossimità, coinvolgendo il gruppo famiglie parrocchiale o con l’impegno diretto di alcune famiglie attraverso un’autotassazione lasciando la gestione dell’aiuto economico, per delicatezza e riservatezza, al parroco.
Altra proposta suscitata dalla fantasia della solidarietà è quella del “regalo per....” che destina a questo scopo la quota corrispondente del regalo in occasione di feste e circostanze particolari. L’Azione Cattolica ha promosso una iniziativa che impegna gli associati a ricercare amici disposti ad impegnarsi per un anno con almeno 10 euro al mese per poter sostenere 3 famiglie in difficoltà economiche nell’ambito del progetto di solidarietà della diocesi.
Sono solo alcune delle iniziative che sono sorte in occasione e concomitanza con il Fondo di Solidarietà e che fanno sperare in un domani in cui la solidarietà verso i poveri non sia soltanto questione da emergenza, ma dimensione permanente tanto della relazione ecclesiale, quanto della stessa convivenza civile.
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