Su un recente opuscolo pubblicato per celebrare la Camera dei deputati (che conta attualmente 630 onorevoli e 1600 dipendenti circa) si trova un articolo a firma di Laura Boldrini che si rivolge ai giovani e conclude con le seguenti parole “del vostro sguardo e del vostro impegno c’è oggi un grande bisogno per rendere più forte il Parlamento e più condivisa la convinzione che il bene comune si trova solo cercandolo insieme”. Sono belle parole che emozionano e fanno pensare a coloro che nella storia d’Italia hanno dato la vita per fare grande e democratico questo Paese nelle varie fasi storiche che si sono succedute dal Risorgimento ad oggi.Come non ricordare ad esempio i fratelli Bandiera, Goffredo Mameli, le 5 giornate di Milano, la spedizione dei Mille e cento altri episodi dove i nostri predecessori hanno dato la vita per fare grande la nostra patria ed ancora come dimenticare Falcone e Borsellino, eroi dei nostri tempi, morti nella guerra della mafia allo Stato?Anche ai nostri giorni si sentono molte voci di autorevoli Onorevoli, “servitori dello Stato”, che dicono di sacrificarsi per il bene dell’Italia, mentre molti imprenditori oberati dalle tasse e creditori della pubblica amministrazione, chiudono le imprese licenziando migliaia di lavoratori. Qualche settimana fa il giornalista Stefano Livadiotti su L’Espresso ha pubblicato un articolo che prende in esame i benefici fiscali attuali degli Onorevoli.“Prendiamo un parlamentare, dice Livadiotti , che non svolge altre attività ed è talmente ligio da non saltare mai una seduta di Montecitorio. La voce più pesante della sua busta paga è l’indennità mensile, oggi ridotta a 10.435 euro, pari a 125.220 euro l’anno.Dall’importo vengono sottratte ritenute previdenziali per 784 euro al mese (9.410 euro l’anno) come quota di accantonamento per l’assegno di fine mandato, che è esentasse….L’onorevole subisce poi una ritenuta mensile per il trattamento pensionistico di circa 918 euro (11.019 euro l’anno). Dall’indennità parlamentare viene infine detratta una ritenuta mensile di 526 euro (6.320 euro l’anno) per l’assistenza sanitaria integrativa.Il trattamento del deputato è però arricchito da altre quattro voci con il segno positivo, tutti benefit esentasse. La prima è la diaria, una sorta di rimborso per i periodi di soggiorno a Roma, che ammonta a 3.503 euro al mese (42.037 l’anno) e viene decurtata di 206 euro per ogni giorno di assenza. La seconda è il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, pari a 3.690 euro al mese (44.280 l’anno), che per il 50 per cento va giustificato con pezze d’appoggio (per certe voci) e per il restante 50 per cento è riconosciuto a titolo forfettario. La terza voce non è perfettamente quantificabile e deriva dal fatto che il deputato è fornito di una serie di tessere per volare, prendere treni e navi e viaggiare in autostrada senza sborsare un soldo (ai fini della nostra simulazione abbiamo ipotizzato che ciò gli consenta di risparmiare 5 mila euro tondi l’anno) e un rimborso forfettario delle spese di trasporto (ma non viaggia già gratis?) di 3.995 euro a trimestre (15.980 l’anno). La quarta voce è rappresentata da una somma a forfait mensile di 258 euro (3.098 euro l’anno) per le bollette telefoniche.Il pallottoliere dice che il totale fa 235.615 euro. Che, dedotte le ritenute previdenziali e assistenziali e i rimborsi spese documentati, si riduce a 189.431 euro. Ma per l’onorevole, come per magia, grazie ai trattamenti di favore architettati dal parlamento stesso, la base imponibile ai fini Irpef è di soli 98.471 euro e comporta il pagamento di tasse per 35.512 euro. Che corrisponde in concreto a un’aliquota media, appunto, di appena il 18,7 per cento. Qualunque altro cittadino italiano, un manager per esempio, che percepisse la stessa somma a titolo di stipendio e di benefit di analoga natura, si ritroverebbe con una base tassabile ai fini dell’imposta sul reddito di 189.431 euro e dovrebbe mettere mano al portafoglio per 74.625 euro di Irpef (con un’aliquota media del 39,4 per cento).Ma non è finita. Siccome pagare l’Irpef al 18,7 per cento a Lorsignori doveva sembrare ancora poco e per non farsi mancare proprio nulla, i parlamentari hanno pensato bene di trovare un escamotage per mettersi in tasca pulito pulito l’assegno di fine mandato, che dovrebbe invece essere sottoposto a tassazione in base all’articolo 17, comma 1, lettera a del Tuir (Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917).”Tutto ciò mentre sono state bloccate le rivalutazioni ISTAT per le note pensioni d’oro dei superpagati lavoratori normali e cioè quelle di importo superiore ai 1217 ( milleduecentodicias-sette) euro al mese (!!!!!!!!) .Ed allora:Viva l’Italia, viva la ricerca del “bene comune” che, come si diceva all’inizio, deve essere cercato insieme da molti e… trovato da pochi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA