La lunga onda della crisi ci ha lasciato tutti un po’ più poveri, sia economicamente sia moralmente.Quello che forse non abbiamo ancora capito, è che non è stata una crisi ma un cambiamento storico.Tempo fa chiesi a mio padre se un giorno questa situazione sarebbe cambiata, sarebbe migliorata; lui mi rispose che avremmo dovuto iniziare ad abituarci a una diversa e costante condizione di lavoro e di vita nei tempi e nei modi: aveva ragione!Ho osservato in questi anni, da imprenditore e da presidente di un consorzio d’imprese, ad alcune dinamiche del nostro territorio e dei suoi protagonisti; ho constatato intorno a me tante situazioni diverse, ho conosciuto molte persone che rappresentano il mondo economico e produttivo lodigiano ma, purtroppo, non ho ancora percepito un reale spirito di autentica volontà di cambiamento.Un cambiamento concreto non è fatto di parole, un cambiamento efficace si basa su azioni e su fatti ma se manca la volontà reale, possiamo solo sprecare tempo ed energie a inseguire un ipotetico nuovo corso.L’atteggiamento di tutti quelli che sono coinvolti nella guida del nostro territorio, dalle istituzioni politiche alla Camera di Commercio, dalle Associazioni di categoria, alle banche dovrebbe essere orientato a comprendere quali sono i reali bisogni delle imprese, quali sono tutte quelle facilitazioni e quegli aiuti che il mondo produttivo ha veramente necessità di ricevere.Le azioni dovrebbero essere innanzitutto indirizzate alla formazione dell’imprenditore, con l’obiettivo di creare una nuova generazione di persone preparate e inclini a raccogliere le nuove sfide del mercato; dovrebbero emergere, inoltre, maggiori attenzioni verso tutte quelle forme aggregative che possano far sentire l’imprenditore meno solo e inadeguato nei confronti di un mercato sempre più globale ed esigente.Un modello nuovo, adeguato e vincente, si dovrebbe basare su due concetti fondamentali: condivisione e coesione.L’esperienza di Lodi Export mi ha insegnato che una sana e sentita volontà di creare rapporti e relazioni, è il motore propulsivo verso una ritrovata e rinnovata fiducia; la capacità di “muoversi” insieme nell’espansione verso i Paesi esteri, dimostra che il superamento delle vecchie barriere ideologiche dell’individualismo è la chiave per guardare al futuro con maggior determinazione e consapevolezza.Senza dimenticare l’apertura verso i territori limitrofi, con l’idea di grande area che unisca chi deve affrontare le stesse sfide, cercando di costruire strutture, alleanze e sinergie in tutti i campi; come esempio, abbiamo le positive esperienze di alcune banche del nostro territorio o della più grande rappresentanza sindacale.Prendere coscienza di un allargamento territoriale, può dare al Lodigiano la possibilità di proporsi come interlocutore con le città metropolitane, con una miglior consapevolezza e una maggior forza.L’obiettivo deve essere la creazione di una rete di contatti e conoscenze sane e trasparenti, per agevolare sempre di più le imprese e tutto l’universo a loro collegato verso lo sviluppo.Ogni azione deve essere da un lato supportata e incentivata da tutte le parti territoriali ma è fondamentale che l’individuo, semplicemente cittadino o anche imprenditore, debba prendere coscienza del cambiamento avvenuto e debba aprire la propria mente al mondo, mantenendo il cuore nel lodigiano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA