Caro direttore, ho letto con interesse il suo fondo di sabato 2 novembre nel quale auspicava una maggiore consapevolezza da parte dei Sindaci nel “guidare” il territorio in questa fase molto complessa e delicata. In particolare con l’annunciato tramonto della Provincia, intesa come entità politica, nell’articolo auspicava un «prendere in mano le redini del territorio da parte dei Sindaci». Sono naturalmente d’accordo, anzi sono molto d’accordo, del resto in questi anni, assieme ad altri (all’inizio pochi altri) ho ripetutamente auspicato una maggiore coesione istituzionale che sulle grandi questioni andasse oltre le maggioranze del momento. Come questo poi si possa tradurre in termini concreti sta alla nostra intelligenza deciderlo. Del resto mi sembra che alcune proposte siano già state avanzate e dunque materia per discutere ne abbiamo in abbondanza, l’importante e che si abbassino le bandiere e si ragioni come Lodigiani e non come tifoserie. Questo ovviamente vale per tutti. Sappiamo infatti che ci sono questioni che dobbiamo risolvere e che non possiamo lasciare irresponsabilmente a chi fra sei, sette mesi ci succederà alla guida delle Municipalità del territorio (sarebbe una vera mascalzonata); dobbiamo decidere cosa ne sarà del sistema interbibliotecario, cosa ne sarà del Consorzio per i servizi alla persona. Ci sono in gioco i destini delle persone in carne ed ossa, di servizi preziosi, di lavoratori preziosi. Dobbiamo decidere come gestire la partita dei rifiuti e quella dell’acqua; SAL è un patrimonio di tutti, un Ente virtuoso che offre un buon servizio e soprattutto crea occupazione lodigiana ed è gestito da Lodigiani (il che dimostra che ci sappiamo fare anche Noi quando vogliamo), credo quindi che questo bene prezioso vada conservato ed anzi se possibile, potenziato. La partita dei rifiuti è invece delicatissima perchè riguarda non solo aspetti del vivere quotidiano ed i loro costi e benefici ma anche aspetti legati alle possibili infiltrazioni mafiose che in questo settore, anche nel Lodigiano, hanno purtroppo già dimostrato di poter penetrare; vogliamo dunque percorrere con decisione la strada di Sogir, ragionando con serenità su quale assetto societario sia più opportuno scegliere o pensiamo che in questa partita ognuno di noi si possa ancora permettere di giocare da solo? E la scuola vogliamo finalmente ragionare su un assetto «lodigiano» dell’Ufficio Scolastico Provinciale in grado di recepire meglio le istanze del territorio o anche qui ci rassegnamo ad una guida ministeriale estranea alle nostre vicende? E sulle partite dello sviluppo, sul ruolo che Università e Parco tecnologico devono avere come sostegno ed impulso al nostro sistema agroalimentare non abbiamo più nulla da dire? Vogliamo tornare anche li con forza ad appropiarci delle nostre scelte? E sulle gestioni associate e le Unioni Comunali cosa vogliamo fare, accettiamo la sfida e ci attrezziamo per vincerla o ci rassegnamo borbottando a subirla? Vede caro direttore, io penso che i Sindaci, quelli di oggi ma sono sicuro anche quelli di domani, siano pronti a dare il loro contributo, credo anche che siano pronti ad abbassare le relative bandierine ed a zittire per un attimo le proprie tifoserie ma per fare questo hanno a loro volta hanno bisogno che tutto il territorio, tutto, dall’attuale vertice istituzionale all’ultima associazione di volontariato nata solo ieri mattina, condividano questo percorso perchè solo insieme possiamo vincere le grandi sfide che ci attendono, io credo, indipendentemente dal futuro della Provincia.Lei, Direttore, con i suoi articoli ci sta dando una grossa mano ed una grossa motivazione, Le chiedo di non smettere di farlo, ne abbiamo un disperato bisogno perchè mi creda, gli scettici dello stare insieme, gli amanti del « meglio soli che mal accompagnati», sono ancora troppi nel nostro piccolo, ma magnifico territorio. Le chiedo infine un’ultima cosa che considero vitale per le nostre Comunità: in questi anni sono state varate norme assurde ed ingiustamente punitrici versi i Comuni; in particolare mi hanno davvero amareggiato, l’estensione del Patto di stabilita ai Comuni con meno di 5.000 abitanti e la riduzione, del numero di assessori e consiglieri comunali. La prima norma è un clamoroso autogoal contro lo sviluppo e di questo ormai tutti, tranne il Ministero dell’Economia Italiano, ne sono ormai convinti, la seconda è ancora più dannosa perchè riduce le rappresentanze politico isitutuzionali delle nostre comunità a piccoli consigli di amministrazione mandandoa casa migliaia di volontari al servizio delle nostre Comunità (sappiamo che non costano praticamente nulla) definiti ingenerosamente dal Sole 24 Ore di qualche anno fa con un titolo infelice e non veritiero «tagliate 36.000 poltrone» . In questi giorni grazie alla mobilitazione dell’Anci sono in discussione proposte di modifica di queste norme assurde che hanno bisogno del sostegno dei territori per vincere le resistenze della burocrazia ministeriale. In alcuni Consigli Comunali come il mio, come quello di Turano e Ossago sono stati presentati e votati ordini del giorno ha ostegno di queste proposte, le chiedo di sostenerle con il suo giornale proprio perchè un territorio come il nostro che domani potrebbe trovarsi con un diverso assetto istituzionale ha bisogno di comuni forti ben rappresentati che sappiano affrontare e vincere la sfida del mettersi assieme ma che per farlo meritano che gli siano restituite capacità economica di spesa ed una ragionevole composizione dei loro organi istituzionali.
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