Ogni professione, dalla più umile alla più alta nella scala (effimera ma reale) dei valori sociali, troppo spesso inquinata dal fattore “carta di credito” illimitata o quasi, conosce un suo risvolto di aiuto rivolto a tutti: da soli non sopravvivremmo mai.Avete mai avuto bisogno urgente di un idraulico mentre la vostra casa comincia ad essere percorsa da rivoli d’acqua? Vi siete ritrovati, in pieno inverno, con la caldaia del riscaldamento bloccata? E il rifornimento viveri? Tutti abbiamo bisogno di tutti. Una professione però supera il “mestiere” e rientra in quei servizi che più avvicinano le persone quando la loro dignità umana e le loro forze sono compromesse: il medico. Nei nostri paesi, magari con giravolte e capriole telefoniche, il medico lo reperiamo e ci trae fuori dalla febbre, dalla malattia e ci rassicura. Nei paesi in guerra? Nelle nazioni prive delle nostre moderne comodità? Preoccupa, se non angoscia, quindi la decisione – equa peraltro- di “Medici senza frontiere” di dover chiudere il loro appoggio in Somalia. I dati sono eloquenti, dopo 22 anni di presenza, si registrano, dal 1991, ben 14 membri uccisi , mentre gli attacchi alle strutture ospedaliere e ambulatoriali non si contano. Due giovani cooperanti, Montserrat Serra e Blanca Thiebaut, sono state rilasciate in libertà dopo 2 anni di prigionia; due altri brutalmente uccisi. Guerra è guerra, è fuor di dubbio l’assioma più autorizzato dalla storia del nostro pianeta. Lo svolgersi dei secoli non ci ha insegnato un bel niente, non solo non siamo capaci di non ammazzarci a vicenda, ma neppure di distinguere l’aiuto prestato, gratuitamente, a chi soffre con alto rischio personale. È un nodo di inciviltà, di imbarbarimento che non può non preoccupare e che rende solidali con l’annuncio di “Medici senza frontiere” ma si interroga: chi porgerà aiuto? Ci sarà qualche coraggioso o coraggiosa che partirà senza tornaconto e sfidando il futuro? Può però una persona isolata assumersi un simile peso? Se non vi riesce un gruppo consolidato…La lama scende ancora più a fondo: la guerra è condotta per dare libertà e civiltà alla popolazione somala oppure è guidata da interessi occulti? Non esiste più un codice umano, neppure quello del Corsaro Nero della mia infanzia che insegnava il rispetto? Perché fra corsaro, gentiluomo, e pirata, furfante, corre una bella differenza. Quale la conclusione? Afferma il presidente Karunakara: “Saranno i civili in Somalia a pagare il costo più alto”. Come sempre i più deboli.
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