La procedura di canonizzazione dei santi nella chiesa ha la sua storia. Sant’Emerenziana era solo catecumena. Venne uccisa a colpi di pietre mentre pregava nelle catacombe sulla tomba di Sant’Agnese, sua sorella di latte, nell’anno 321, ricevendo così il battesimo di sangue. La sua festa liturgica si celebra il 23 gennaio. È stata unita contemporaneamente alla gloria dei santi in cielo e alla venerazione dei fedeli cristiani sulla terra. Il suo nome è nell’elenco del martirologio romano. Dalle cronache appare evidente il motivo della strage dei cattolici in Nigeria mentre pregavano nella loro chiesa durante la notte di Natale. Movente è l’intolleranza della loro fede. I bambini di Betlemme che sono stati uccisi da Erode sono santi celebrati. Il loro sangue innocente è stato versato perché tra di essi era ritenuto presente Gesù Bambino. Ed è con Gesù che essi scambiano sangue e innocenza. Nella Nigeria del Nord la maggioranza musulmana è fieramente agguerrita e sanguinaria, come risulta da frequenti cronache, contro la minoranza cristiana. In situazione, il frequentare l’assemblea eucaristica domenicale è già testimonianza coraggiosa di fede. Nella festa di Natale partecipare alla Messa è stata anche una testimonianza di sangue e di martirio.Nella storia della chiesa la procedura per la canonizzazione dei santi ha avuto la sua storia e la sua evoluzione fino ai documenti di Giovanni Paolo II°. Solo al Pontefice spetta modificare, superare o sospendere la procedura canonica. Prima o poi i 45 martiri africani uccisi nella notte di Natale 2011 nella loro chiesa saranno beatificati e canonizzati. Il loro sangue sarà seme di nuovi cristiani, di molti cristiani. Dopo duemila anni di storia la chiesa è ancora come al suo inizio. Ma anche la nostra vita è un continuo incominciare.
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