Esce il Libro Bianco sul futuro del Lodigiano. Molto se ne è parlato e molti ne hanno chiesto notizia, dopo gli Stati Generali di due anni fa. Il lavoro è stato però lungo, affidato per un intero anno alla discussione durante le riunioni dei componenti dei tavoli tematici; e poi affidato all’impegno di un nucleo ristrettissimo di persone che ne ha curato la sintesi e la stesura finale.Ora che tutto si è concluso, quale commento si può fare? Quale è l’importanza e la valenza del libro e quanto inciderà il suo contenuto sulle scelte future che, particolarmente, la politica dovrà prendere nel nostro territorio?Avendo partecipato al lavoro di uno dei sette tavoli tematici (quello che trattava di cura del territorio, ambiente e sostenibilità) devo anzitutto dire che si è lavorato con serietà, grande impegno e sorprendente partecipazione. Non sempre (anzi, raramente) le idee di partenza dei singoli componenti coincidevano: ma la discussione ampia, attenta e aperta ha portato sempre ad una sintesi condivisa.È questo un primo indizio da non sottovalutare, perché a prima vista sembrerebbe impossibile conciliare tutte le diverse posizioni, sintetizzandole in un comune indirizzo: se così è stato, è perché non si è discusso partendo da interessi particolari da difendere, ma da un bene comune da individuare e indicare.“Bene comune” può sembrare, a prima vista, un termine troppo alto e ambizioso per un lavoro fatto da semplici cittadini; le nostre conoscenze, le nostre capacità di analisi possono sembrare non all’altezza del compito.Ma nel nostro sforzo sono stati sempre presenti gli elementi di base (quelli essenziali!) per la ricerca del bene comune: il disinteresse personale e la gratuità. Analisi e conclusioni sono state dettate da un’onesta ricerca di ciò che, secondo noi, è “interesse della intera comunità lodigiana di oggi e di domani”.Il risultato è oggettivamente notevole: è uno sguardo molto ampio sulla realtà lodigiana odierna e un suggerimento per il futuro. Non è un lavoro banale, anzi è esattamente il contrario.Consapevoli dei nostri limiti, tuttavia, non ci poniamo al futuro confronto con una posizione ultimativa e intransigente; non riteniamo di avere la verità in tasca.Crediamo però che il lavoro meriti l’attenzione che spetta alle idee condivise di un gruppo molto numeroso di cittadini partecipi e disinteressati; cittadini che hanno pensato in termini generali, quasi “programmatici”, e non spinti da situazioni contingenti o addirittura da emergenze.Proprio per questo, il libro sollecita la riflessione ed il confronto: è rivolto soprattutto a chi amministra e amministrerà le nostre realtà locali; ma è rivolto anche a ogni singolo cittadino, che voglia essere maggiormente protagonista nelle scelte che decideranno il futuro di tutto il territorio.Se il libro diventerà realmente e concretamente un documento di confronto, allora sarà un documento sempre vivo.E le future scelte che politica e realtà economiche e sociali dovranno compiere, avranno la possibilità di essere confrontate con le idee di cittadini attivi ed attenti, contenute in questo libro.Da parte nostra, come detto, non pretendiamo di avere ragione a priori. Accetteremo anzi di modificare la nostra idea se l’idea di altri si rivelerà più convincente; addirittura sapremo essere partecipi delle necessarie mediazioni, purchè “alte” e produttive di bene comune.Ma continueremo ad esporre le nostre idee, perché il nostro impegno non termina qui.Stiamo infatti mettendo a punto i progetti per dare continuità a ciò che sin qui è stato fatto, nel proposito di partecipare e far partecipare: è il tentativo di una democrazia davvero partecipata dalle persone, una democrazia che nasce dal basso pur non annullando la validità della delega a chi viene eletto.Ma anche chi viene eletto ha bisogno (anzi, deve sentire il bisogno) di confrontarsi, specialmente se può farlo con gruppi e persone che non ragionano sulla scorta di convenienza personale o di parte. Uno di noi che ha partecipato attivamente al lavoro sin qui svolto, ha definito lo stesso lavoro come una espressione di autentica libertà: mai definizione fu più rispondente al clima che si è vissuto in tutti gli incontri e le riunioni.È stato un impegno libero e gratuito ed è uno stile che vogliamo conservare nel lavoro futuro, augurandoci che esso, assieme alla oggettiva validità del libro bianco, diventi proposta per tante altre persone, desiderose di dare il proprio contributo al futuro di un territorio che ha bisogno della partecipazione di tutti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA