Gli eventi più recenti che hanno interessato anche il Lodigiano, dall’approvazione della riforma Del Rio - con le ripercussioni che determinerà sulla nostra provincia - alla prossima scadenza amministrativa di fine maggio che toccherà la stragrande maggioranza dei Comuni lodigiani, ci interpellano e ci spingono a chiedere che il Lodigiano nel suo insieme si dia un’Agenda dei temi e delle priorità che è chiamato ad affrontare per non essere travolto dalle inevitabili derive che accadono quando vengono meno i punti di riferimento che tengono assieme un territorio, le sue istituzioni, i suoi abitanti.Nel Libro Bianco li abbiamo chiamati “punti di non ritorno”: dieci idee di fondo che riproponiamo perché crediamo possano diventare patrimonio condiviso, e rispetto ai quali riteniamo che un arretramento sarebbe grave, se non perdendo il contatto con le nostre responsabilità nei confronti di questa terra e di chi la abiterà anche domani.Idee che proviamo rapidamente a sintetizzare, delineando così i tratti di una visione di futuro che ci impegni da subito a costruire insieme nuove prospettive per il Lodigiano.Il primo concetto-chiave è quello di Lodigiano, che dobbiamo imparare a vivere come un’unica grande comunità; grande rispetto alle sue tante espressioni, piccola rispetto al contesto con cui dobbiamo ogni giorno saper fare i conti. Una comunità che ha come riferimento naturale ed essenziale il suo territorio, che le dà vita e capacità di generare futuro. Per questo è fondamentale evitare ogni nuovo spreco di suolo, investendo le risorse sulla manutenzione e sulla riqualificazione, affermando una volta per sempre la priorità assoluta della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.Per centrare questo obiettivo dobbiamo essere capaci di innovare, non solo nella gestione del territorio, ma in tutti i settori dell’economia: privilegiando il merito (che non significa che i meno dotati debbano essere puniti ma semmai aiutati a crescere), la ricerca, la creatività, e incamminandoci con decisione in un processo di conversione ecologica del sistema produttivo che si accompagni al risparmio energetico e alla creazione di occupazione qualificata e fortemente radicata nel territorio. Questo potrà avvenire nella misura in cui sapremo investire in questa direzione le risorse imprenditoriali, economiche e finanziarie già oggi presenti nel Lodigiano.Tra i tanti interventi che dovremo essere capaci di mettere in atto, è fondamentale valorizzare le potenzialità del Parco Tecnologico Padano, e sfruttare l’occasione che ci sarà offerta dal completamento del polo universitario di Lodi e da Expo 2015 per interpretare in modo finalmente nuovo la vocazione agricola del Lodigiano, mantenendo nel territorio tutte le potenzialità agroalimentari che può esprimere, puntando decisamente sulla conversione al biologico e su produzioni agricole e zootecniche di alta qualità.Per raggiungere questi traguardi è necessario un forte investimento formativo e culturale, che immagini nuove figure professionali, anche di medio e alto livello, in questo e in altri settori, e che sappia tenere conto degli scenari che già oggi si intravedono, in particolare nel campo dei servizi alla persona e a supporto di una nuova concezione della pubblica amministrazione, che, radicalmente rinnovata e dove serve snellita, deve erogare in proprio e con qualità crescente tutti i servizi pubblici locali - che devono essere gestiti in forma partecipata - perché solo così sarà possibile tutelare e promuovere i beni comuni, mettendoli al centro di una nuova idea di cittadinanza territoriale.L’insieme degli elementi che abbiamo citato ci aiuterà a lasciarci alle spalle uno «stato sociale» tradizionale, centrato sull’esclusivo intervento di strutture e istituzioni pubbliche e sul tamponamento delle emergenze, passando a un modello di welfare comunitario, che necessita di adeguate risorse economiche e che passa da una forte responsabilizzazione di tutto il territorio, a partire dalle Amministrazioni Comunali piccole e grandi che devono mettere al centro del proprio operare le politiche sociali attivando nei propri confini azioni che sappiano coinvolgere il terzo settore e tutte le espressioni dei cittadini, delle imprese, le scuole, i lavoratori, ecc… e dandosi l’obiettivo dell’accoglienza e del rispetto per ogni persona.Perché un sistema economico sostenibile e un nuovo modello di welfare trovino casa nel Lodigiano è centrale mantenere un rapporto virtuoso tra alcuni fattori fondamentali: il numero di abitanti, che è cresciuto troppo rapidamente negli ultimi decenni; la struttura demografica della popolazione, che vedrà nel 2030 ventimila anziani in più rispetto ad oggi; la definizione dei livelli di qualità della vita che vogliamo garantire a tutti i cittadini, di oggi e di domani, sapendo che il futuro ci chiamerà a raggiungerli contando soprattutto su risorse effettivamente disponibili sul territorio.Questo nuovo disegno di comunità può prendere corpo se sapremo porre l’integrazione, la coesione sociale e la valorizzazione delle differenze al centro della vita della nostra comunità, incorporando in ogni nostra azione il rispetto delle regole e la cultura della legalità.
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