I suoi monologhi surreali e monocordi sono stati fonte di ispirazione per decine di comici che vedono ancora in lui un punto di riferimento, un modello di scrittura e di cabaret geniale e senza tempo. Del resto Maurizio Milani, pseudonimo sotto il quale si cela il codognese Carlo Barcellesi, è «il più letterato dei nostri comici» (Aldo Grasso dixit), capace di creare un linguaggio e un mondo entro cui si muovono strane macchiette e sregolati antieroi, come l’Uomo Cisterna o l’Uomo che pesava i cani. Da qualche tempo Milani, abbandonata la televisione, si è messo a scrivere lettere d’amore come si faceva un tempo, con carta e penna: e dopo Lettere d’amore. Perché le donne vogliono l’uomo che nel parlare esagera, una raccolta di missive indirizzate alle “celebrità” della televisione, arriva in edicola il secondo capitolo della saga, Ti amo per motivi vari, pubblicato per i tipi di Wingsbert House (Aliberti).«Le lettere d’amore si dividono in potenti, molto potenti, potentissime, normali e di circostanza – scrive Milani nella prefazione -. Tutte queste sono molto potenti. Le potentissime sono rare, di solito il 99 per cento delle lettere d’amore circolanti sono normali o di circostanza». Ti amo per motivi vari è un puro romanzo epistolare, un lungo, ininterrotto monologo. Le donne dell’immaginario di Milani sono più o meno quelle dell’immaginario contemporaneo, ormai completamente mediatizzato. Le star della politica (Boldrini) e del giornalismo (dall’eterna Gruber alle sempre più avvenenti «lettrici» dei telegiornali), le icone della pop music e quelle della pop cultura, le protagoniste del gossip e i classici miti dell’eros all’italiana. Si legga per esempio l’incipit della lettera inviata ad Angelina Jolie: « Gentilissima Angela, mi chiamo Carlo (Carlone per gli estranei), ho 62 anni esatti e vivo in Sardegna, zona Costa Smeralda. Ieri ho visto la gara di tue sosia a un centro commerciale a Milano. Ha vinto una ragazza di Sabaudia». Accanto alle celebrità, quasi come in un topos milaniano, spuntano le belle sconosciute, gli amori di un attimo che fulminano nei luoghi del quotidiano: una ragazza vista nella metro, un’impiegata di banca, una redattrice della casa editrice. Perché il mondo descritto da Maurizio Milani è un colossale groviglio, un puzzle senza senso, in cui si può vivere da «disc jockey a 59 anni, lavorare tutto l’anno a Formentera in una birreria della Regione Puglia e guadagnare 150 euro al mese, più vitto e alloggio (abitando di sopra al ritrovo)». Dall’apocalisse imminente può salvarci solo, secondo Milani, il conoscere le poche necessarie regole per far innamorare la vicina di casa. Che poi l’amore sia un affare o no, «questo solo il tempo lo dirà»
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