«Il punto non è cosa sia giusto o sbagliato fare, il punto è se alle donne sia permesso fare quel che desiderano». Alessandra Faiella (foto a lato), comica di talento e razza, nota al grande pubblico per i suoi personaggi di Pippo Chennedy Show e di Mai dire Domenica arriverà domenica sera al teatro alle Vigne di Lodi per portare con sé il suo monologo (tratto dall’omonimo libro edito da Mondadori) La versione di Barbie, pezzo comico ma serissimo che prova a raccontare le donne di oggi, le mille e una contraddizioni con cui hanno a che fare ogni giorno e i paradossi che rendono la loro vita più in salita del normale: «Fin da piccole - recita la presentazione del libro - ci hanno imbottito la testa di favole, ma non ci vuole molto a rendersi conto che, più che una fiaba, la vita di una donna è un horror: alle prese con un lavoro che magari ci piace ma ci stressa (oppure che ci fa schifo quindi ci stressa ancora di più), con dei mocciosi che pretendono da noi l’inverosimile e, palla al piede finale, sposate finché morte non ci separi (tiè). Ma soprattutto, alla faccia di sessant’anni di femminismo, viviamo ossessionate dalla linea e dallo scorrere del tempo, in preda ai sensi di colpa perché non assomigliamo neanche un po’ a lei, a Barbie, l’inarrivabile e biondissima Principessa dalle scarpe rosa shocking, modello di perfezione imposto a generazioni di bambine».Alessandra Faiella, come stanno le donne oggi? Davvero la loro vita è un horror?«Insomma. Certo semplice non è».In che senso?«Nel senso che ogni giorno tocca alle donne far quadrare tutto e soprattutto fare i conti con i loro sacrosanti diritti che, spesso, vengono violati nel più completo silenzio, spesso senza che loro stesse quasi se ne accorgano». A cosa si riferisce?«Mi riferisco al fatto che molte di noi fanno lavori nei quali, a parità di mansioni, guadagnano meno dei loro colleghi uomini, al fatto che le aziende spesso tra assumere un uomo o una donna preferiscano il primo, al fatto che ci vengono fatte firmare dimissioni in bianco da tirar fuori se rimaniamo incinte e che, se in famiglia qualcosa non va, tutto si poggia sulle nostre spalle: dalla cura dei figli a quella degli anziani. E la cosa peggiore è che questo viene considerato normale, scontato, inevitabile».Ma siamo sicuri che le donne, potendo scegliere, preferiscano la carriera alla famiglia? Nei film, ancora oggi, il fatto che la lei di turno sposi un lui ricco e bello viene considerato un lieto fine, di quelli che fanno scappare una lacrima….«Non è questo il punto: penso che ognuna di noi debba essere libera di fare quel che preferisce: sposarsi e scegliere di fare la casalinga e la mamma a tempo pieno, oppure provare a tenere insieme tutto,casa, famiglia e carriera; oppure ancora dedicarsi solo a quest’ultima lavorando tutto il giorno tutti i giorni. Credo che non esistano scelte e giuste e scelte sbagliate. Anzi. Però, proprio per questo, non è accettabile che ci siano scelte possibili e altre che , invece, non lo sono».E la sua Barbie, cosa fa in questo difficile 8 marzo?«Prova a far ridere e allo stesso tempo riflettere, senza appesantire e annoiare, mettendo in scena un po’ dei paradossi con cui le donne combattono tutti i giorni, e magari, sarebbe bellissimo se così fosse, dando il suo contributo affinché certe ingiustizie non si ripetano più».Dunque ha ancora senso festeggiare l’8 marzo, oggi? Non sarà che più che una festa per commemorare una tragedia è diventata una scusa per uscire a mangiar la pizza con le amiche?«Ancora una volta: non c’è niente di male a uscire con le amiche. E poi la pizza è buonissima. Ad ogni modo, credo che sì, l’8 marzo abbia ancora molto del suo valore, proprio perché il lavoro da fare, per le donne è ancora tantissimo»..
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