Cultura
Mercoledì 13 Luglio 2011
Anche i gioielli verdi del Lodigiano
fra le “mille oasi naturali” d’Italia
Sono davvero mille le aree verdi che si possono visitare nella nostra penisola? La risposta è “sì” secondo la voluminosa guida (895 pagine) curata da Gianni Farneti con prefazione di Fulco Pratesi intitolata 1000 oasi e parchi naturali da vedere in Italia per le edizioni Rizzoli. La guida, divisa in comodissime schede articolate per regione ci propone un bellissimo viaggio che va a toccare i grandi parchi nazionali, ma anche i Plis (parchi locali di interesse sovracomunale), le oasi e le riserve individuate e protette da tante associazioni che hanno creato la sensibilità ambientalista in Italia a partire dagli anni ’60 del secolo scorso. Spiega Fulco Pratesi nella prefazione: «Oggi, dopo mezzo secolo di battaglie ambientaliste contro speculatori edilizi, cacciatori, politici e burocrati indifferenti se non contrari, il patrimonio italiano di aree protette copre il 21,8% dell’intera superficie nazionale, con 3.183.590 ettari di territori terrestri e 2.853.033 ettari di superfici marine».
Dopo questo quadro d’insieme andiamo naturalmente a scoprire in dettaglio la guida, andando a confrontarci con quello che conosciamo meglio, ossia la nostra regione. Scopriamo che in Lombardia conserviamo complessivamente 137 parchi distribuiti tra le varie province. La provincia di Lodi riesce a ospitarne addirittura due. Infatti sfogliando al guida abbiamo la fortuna di vedere citati e ben descritti il parco Adda sud e la riserva dell’Adda morta a Castiglone d’Adda e poi al riserva regionale delle Monticchie (per tanti anni unica oasi lodigiana del Wwf) e poi, un poco a sorpresa, ma in quota alla provincia di Milano il Plis della collina di San Colombano al Lambro. Il tutto affiancato da tante altre scoperte che si possono fare nella nostra bella e umida regione. Ma torniamo all’area che ci rappresenta di più il parco Adda sud che con un sottotitolo poetico gli autori definisconi Mistic river. Si legge nella scheda di presentazione: «Il parco di 24.000 ettari protegge un paesaggio soprattutto vegetale, grandi boschi di pioppi, robinie platani aceri querce e, a ridoso del fiume, salici e canneti che convivono con ampie distese coltivate in particolare a grano, in più ci sono vaste aree umide». Per fortuna, il nostro paesaggio urbanizzato, costituito sempre più da aree residenziali, capannoni industriali e centri commerciali, conserva ancra queste bellezze. L’unico neo della bellissima guida è grafico e riguarda i caratteri utilizzati. Per farci stare i 1000 ambienti censiti i caratteri sono stati ridotti quasi alla dimensione dell’elenco telefonico
Cristoforo Vecchietti
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