ARTE Il museo Archinti cambia volto per rendere onore a un grande lodigiano

Il nuovo allestimento, con l’introduzione di opere inedite, sarà inaugurato il 25 aprile

Un museo che si presenta alla sua comunità in veste rinnovata e arricchita ribadisce la sua natura di spazio dialogico, attivo e dinamico nella interazione con la città e proiettato verso il futuro. Quando poi il museo, unico riconosciuto da Regione Lombardia nella provincia di Lodi, è intitolato a Ettore Archinti, iniziative come quelle in presentazione alle 17 di giovedì 25 aprile presso la sede di viale Pavia 28 rivestono i caratteri di evento.

Alla vicenda dello scultore che affonda le radici negli ultimi scorci della Scapigliatura e di cui il Museo custodisce bronzi, gessi e marmi, si accompagna infatti il percorso esistenziale di Archinti con i suoi ideali umanitari e politici, fino alla morte nel campo di concentramento di Flossenburg nel 1944. In questo senso, assume particolare significazione la data del 25 aprile scelta per la presentazione delle tre iniziative componenti l’evento, a un anno esatto di distanza dalla posa della “pietra di inciampo” davanti all’ultimo studio di Archinti, nella via che oggi porta il suo nome.

Promossa e organizzata dalla cooperativa “Ettore Archinti”, in collaborazione con Unitre-Lodi, la proposta curata da Marina Arensi e Vittorio Vailati riguarda innanzitutto la presentazione del museo nel nuovo allestimento, con un ottimizzato impianto di illuminazione e l’inserimento di nuovi apparati che concentrano le risultanze delle recenti ricerche: tra questi, il censimento fotografico pressoché completo delle sculture cimiteriali di Archinti e la presenza, per ciascuna delle opere esposte, della corrispondente scheda storico-critica. Alla esposizione permanente al piano superiore farà riscontro, nella sala al piano terreno, la mostra temporanea “Ettore Archinti mai visto” con lavori inediti a livello espositivo o frutto di recenti donazioni; a questa si affianca la sezione, a cura di Luca Marcarini, dedicata alla figura di Edoardo Meazzi che di Archinti condivise gli ideali e l’azione di aiuto ai ricercati. «Con l’istituzione del museo, il 25 aprile 1999 - le parole di Andrea Cancellato, presidente della cooperativa Archinti e del museo - ci siamo assunti una grande responsabilità: raccontare la storia di uno dei più importanti protagonisti di Lodi del primo Novecento, un artista delicato, un sindaco amato, un pacifista convinto, un antifascista concreto, un uomo schivo e povero solo del venale, un maestro per tanti giovani lodigiani». Con le iniziative, documentate da un catalogo e arricchite da eventi collaterali e resi possibili «grazie alla competenza e all’impegno di Marina Arensi e Vittorio Vailati - prosegue Cancellato - si apre un nuovo ciclo della vita del museo, che ha tutte le caratteristiche per definirsi tale: sede di una collezione, luogo espositivo anche per mostre temporanee, centro di ricerca e laboratorio per bambini e giovani».

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