BOOKCITY L’intuizione di Veronesi e le spy story di Signoroni: Lodi è stata capitale del libro

Si è chiusa la rassegna che sabato ha avuto come ospiti «lo scrittore più premiato d’Italia» e il giallista lodigiano

Si è chiusa la seconda edizione di “BookCity Milano… anche a Lodi” che ha messo il libro al centro portando in città anche autori di altissimo livello.
Su tutti Sandro Veronesi, «lo scrittore più premiato d’Italia» come lo ha definito Fabio Fracione nel presentarlo all’incontro di sabato nell’aula magna del liceo Verri. Due volte vincitore del premio Strega (con “Caos calmo” e con “Il colibrì”) oltre che di altri numerosi riconoscimenti, saggista, sceneggiatore, interprete di questioni essenziali della modernità, Veronesi era a Lodi per presentare il suo ultimo romanzo, “Settembre nero”, da poco pubblicato presso La Nave di Teseo. «Un’idea da cui sono stato “assalito” durante un viaggio in macchina tra la Toscana e Roma - racconta Veronesi -. Arrivato a Roma il libro era pronto. In quel periodo, era l’epoca del Covid, sentivo la necessità di scrivere una storia non ambientata nella contemporaneità. Vedevo la gente incattivita, la politica in decadenza; ambientare la storia negli anni Settanta mi permetteva una scrittura più riflessa, più distante».

Tra gli ospiti di sabato anche il lodigiano Secondo Signoroni, lodigiano, per anni chimico all’Eni, decano della letteratura di spionaggio: «È la prima volta che partecipo a un incontro nella mia città. Ho cominciato come giallista, poi ho cambiato strada e mi sono dato alle spy story – le sue parole durante l’incontro in sala Granata -. All’inizio gli autori di gialli erano quattro gatti, forse otto, poi sono diventati troppi. In Italia questo genere ha avuto alterne fortune». Signoroni è l’inventore del luogotenente Dario Costa, protagonisti di gran parte dei suoi 23 titoli (il 24esimo è in arrivo a gennaio) usciti per la collana “Segretissimo”.

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