Borgen: Power & Glory

SIAMO SERIAL: La serie danese resta un esempio nel genere “politico”

Poche serie tv sanno essere così dannatamente “sul pezzo”. È il caso di “Borgen: Power & Glory”, degno successore di “Borgen – Il Potere”. Si potrebbe definire una sorta di revival del precedente drama politico danese, che questa volta si concentra su petrolio e cambiamento climatico, due delle tematiche fondamentali dell’agenda internazionale. Tre le dimensioni che vengono sviluppate nel corso delle puntate: quella politica, con le vicissitudini del rapporto della Danimarca con una Groenlandia stanca di subire dopo 300 anni di dominio da parte di Copenaghen; quella dei media, con le ambizioni dei giornalisti che vanno in frantumi di fronte ai nuovi equilibri di potere in Danimarca e nel mondo; quella personale della protagonista, che sull’altare della politica rischia di sacrificare gli affetti più cari.

Anche questa volta, la sceneggiatura è stata scritta da Adam Price. Birgitte Nyborg, interpretata dalla bravissima Sidse Babett Knudsen, non è più premier bensì ministro degli Affari Esteri. Sotto ai riflettori c’è il suo staff di collaboratori e giornalisti, mentre si affrontano importanti questioni politiche, dal ruolo della Danimarca sul palcoscenico moderno alla battaglia delle superpotenze per il controllo dell’Artide, fino ad arrivare al cambiamento climatico e alle sue conseguenze. Tutto s’innesca quando una compagnia di trivellazioni trova il petrolio in Groenlandia, scatenando una disputa internazionale per il controllo dell’Artide. Birgitte dovrà a fare i conti con superpotenze che contano molto di più della Danimarca. Uno scenario estremamente contemporaneo, dal momento che evoca quanto sta accadendo in Europa con la guerra in Ucraina e la sfida per le risorse energetiche. Scandali e complotti sono gli ingredienti, segreti e giochi di potere che non risparmiamo il partito fondato da Birgitte, dove si consumano lotte per la leadership, senza contare il difficile (e competitivo) rapporto tra la stessa Birgitte e la nuova guida della Danimarca, Signe Kragh (Johanne Louise Schmidt), un primo ministro molto presente sui social con il tag #TheFutureIsFemale. Come se le “grane” politiche non fossero abbastanza, Birgitte dovrà anche affrontare questioni più personali che coinvolgono il figlio e l’ex marito, un’opportunità in più per mostrare e scavare dentro alla psicologia del personaggio.

L’attenzione al mondo della politica e del potere va di pari passo, ancora una volta, con quello riservato ai media e al giornalismo. Nel cast torna la cronista Katrine Fønsmark (Birgitte Hjort Sørensen), diventata capo dipartimento news di una tv nazionale. Un revival che funziona “Borgen: Power & Glory”, a differenza della maggior parte dei sequel delle serie tv. Per chi non lo avesse ancora visto, però, “Borgen - Il Potere” è consigliato, nella serie tv si assiste all’ascesa politica di Birgitte Nyborg.

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