C’è anche la storia del cardiochirurgo Alessandro Frigiola fra quelle raccolte nel “diario” di Gabriele Salvatore. Il professor Frigiola, primario di cardiochirurgia I al Policlinico San Donato e fondatore della onlus Bambini cardiopatici è tra i protagonisti di Italy in a day, film collettivo che sarà presentato alla Mostra di Venezia il 2 settembre. Un documentario nato per mettere sullo schermo un giorno “da italiani”, vite felici o in crisi, tra nascite e matrimoni, un pranzo in famiglia, un bacio, un tramonto, un ciao dallo spazio o da dietro le sbarre. Scegliere tra i 44mila 197 video ricevuti da chi ha accettato l’invito di girare un filmato durante le 24 ore del 26 ottobre 2013 non è stato per niente facile. Al lavoro ci si è messo il premio Oscar Salvatores e la squadra di Indiana Production con Rai Cinema. È venuto fuori il primo film collettivo e social: Italy in a day appunto.
Lorenzo Gangarossa ha adattato per l’Italia l’idea già sviluppata dalla Scott Free di Ridley Scott e Liza Marshall ed è tra i produttori con Fabrizio Donvito, Marco Cohen, Benedetto Habib. «É una sorta di primo censimento audiovisivo, a giudicare dalla quantità di persone che ci hanno raccontato il loro giorno in Italia. Un materiale ricco e potente che ci ha emozionato e commosso - dice all’Ansa Gangarossa -: il film che si vedrà a Venezia e poi in sala distribuito da 01 è un racconto di 76 minuti che misurano in qualche modo la temperatura emotiva del paese». Gangarossa racconta come alle domande proposte come “tracce” - di cosa hai paura, che Italia stai vivendo, cosa ami - abbia risposto «una moltitudine eterogenea di persone. Non solo giovani, come si potrebbe pensare, ma persino ottantenni con la voglia di raccontarsi». «Ho trovato molto emozionante, istruttivo e interessante questo esperimento - ha detto Salvatores -, realizzabile solo oggi con i media di cui disponiamo. Sono stato quello a cui migliaia di persone affidavano il loro “message in a bottle”. Ci voleva rispetto, attenzione. Ma anche la coscienza del proprio ruolo».
Molte le curiosità, come il video mandato dall’astronauta Luca Parmitano o le immagini girate dai detenuti del carcere di massima sicurezza di Bollate. «Abbiamo avuto un accordo con il ministero di Grazia e Giustizia, siamo andati lì dentro e spiegato ad alcuni di loro come realizzare il video. Gli abbiamo lasciato le videocamere e si sono raccontati». Tante le cose potenti arrivate alla redazione come la storia del cardiologo di San Donato o quella di un collaboratore di giustizia. Ardua la selezione: «Ci siamo mossi inserendo i tag degli argomenti a ogni video arrivato e poi scegliendo l’arco della giornata che volevamo raccontare per intero, la varietà dei luoghi italiani da Pantelleria a Bolzano, le risposte alle domande che avevamo posto e le sequenze legate agli eventi importanti della vita. Siamo arrivati a una superselezione e da li avanti ancora fino ad arrivare a 76 minuti». E il resto? «Italy in a day è un progetto aperto, contiamo di svilupparlo», risponde Fabrizio Danvito. Alla fine che Italia viene fuori? «Sofferente ma creativa e piena d’energie», conclude Gangarossa.
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