La cultura come mezzo per sfidare le mafie. E creare un “ponte” tra realtà lontane geograficamente ma vicine nella voglia di non arrendersi e di non abbassare mai la guardia, al Sud come al Nord. Queste le “coordinate” che hanno portato due gruppi musicali lodigiani, la Piccola Banda Rebelde e il LoDiesis Sax Quartet, a partecipare, lo scorso fine settimana, alla quarta edizione del Festival dell’impegno civile, la rassegna organizzata da Libera e Comitato don Peppe Diana che si svolge sui terreni confiscati alla camorra in Campania. Le due band hanno suonato in un cascinale nella campagna di Castelvolturno, una zona ad alto rischio perché circondata da aziende agricole notoriamente controllate dalla malavita organizzata. Al viaggio in Campania hanno partecipato 16 lodigiani, capeggiati dall’assessore comunale alla cultura Andrea Ferrari. La comitiva, partita a bordo di due furgoni, è giunta a Castelvolturno giovedì scorso ed è rientrata domenica sera: «Questa iniziativa è una “costola” dei viaggi della legalità che ci avevano portato nel 2011 in Sicilia e lo scorso marzo in Campania - racconta Ferrari -. I viaggi esperienziali sono quelli che più lasciano tracce e che rendono consapevoli le persone: in questi anni hanno partecipato insegnanti, musicisti e artisti che poi a loro volta hanno fatto “crescere altre piante”. Per noi è stato un onore partecipare al Festival della legalità, e proprio in una delle realtà più difficili. È importante che arrivino anche ragazzi del Nord: la “contaminazione” e lo scambio culturale sono fondamentali per abbattere le barriere». Il gruppo di 16 lodigiani ha alloggiato presso il convento di Briano sponstandosi nelle sere di venerdì e sabato nell’area gestita dal Comitato don Peppe Diana dove si svolti i concerti. Primi a esibirsi i quattro sassofonisti (Stefano Uggeri, Giulia Dalla Bona, Danilo Ghigna e Matteo Mesiti) del LoDiesis Sax Quartet, ensamble musicale nato nel 2010 che ha proposto brani funky, jazz e classici; sabato è stata la volta della Piccola Banda Rebelde (Matteo Giuliieri, Claudio Zanini, Anna Regazzettti, Matteo Brucoli, Marco Tonoli, Michele Lombardi, Fabrizio Ferrari, Fabrizio Loi, Elisa Pedercino e Stefano Uggeri) gruppo folk che ha spaziato tra le perle immortali di Guccini, De André, Rino Gaetano, De Gregori e altri «numi tutelari» della canzone italiana. «Il viaggio ci ha lasciato un segno indelebile - spiega Stefano Uggeri, musicista di entrambe le formazioni -. È stato un momento di grande crescita umana, ci ha permesso di stare a contatto con persone che rappresentano un modello da seguire. Siamo tornati con una consapevolezza accresciuta sulla criminalità organizzata, un tema che tocca tutta l’Italia. L’aver conosciuto queste persone che ogni giorno si battono contro la camora ci sprona a portare questa sensibilità anche al Nord. Anche a livello musicale è stata una grande esperienza: ci siamo trovati a cantare insieme a tanti ragazzi, tutti figli della stessa Italia». L’intervento delle delegazione lodigiana è stato molto apprezzato: «Qualche mese fa, in occasione dei viaggi della legalità, parlavamo di ponti da creare - spiega Peppe Pagano, uno degli organizzatori del Festival -. La cosa stupenda è che tra Lodi e noi si è davvero crfeato questo ponte: l’obiettivo è mettere insieme cultura e attraverso la cultura continuare a combattere».
Fabio Ravera
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