Crashing
SIAMO SERIAL: 6 puntate firmate da Phoebe Waller-Bridge (“Fleabad”)
Strampalati, tutti, senza eccezione. E per questo “funzionano”. Sono i protagonisti di “Crashing”, serie tv nascosta nella sfilza di titoli Netflix con solo 6 puntate da vedere. Un dramedy - un po’ dramma e un po’ commedia, anche se vince quest’ultima - firmato da Phoebe Waller-Bridge. Sì, proprio lei, l’autrice e protagonista di “Fleabag”, una delle più interessanti scrittrici della tv contemporanea.
“Crashing” è decisamente british, in tutto e per tutto. A cominciare dal fatto che un gruppo di ventenni convive in un ospedale abbandonato come “property guardian”, una soluzione inglese per far fronte alla crisi abitativa: in cambio di un canone d’affitto ridotto, i giovani devono fare da custodi all’edificio, rispettando alcune regole.
Una soluzione, quella dei guardiani di immobili abbandonati o di pregio, consigliata anche sui siti specializzati sulla vita all’estero e, in particolare, sull’abitare a Londra senza farsi “spennare”. È il caso di fare le presentazioni, ecco gli inquilini: Lulu (Phoebe Waller-Bridge), arrivata per gettare scompiglio con il suo ukulele sotto il braccio e la sua cotta mai passata per Anthony (Damien Molony); Anthony, appunto, che ha una storia con Kate ma, per usare un eufemismo, non è che vada troppo bene; Kate (Louise Ford) sincera solo quando beve troppo e troppo indecisa nel prendersi la vita che desidera; Sam (Jonathan Bailey) , dalla sessualità indefinita e dal rapporto sempre un po’ ambiguo con Fred (Amit Shah); Fred, timido ed educato, più posato rispetto al resto della combriccola e infine Meldoy (Julie Dray), artista dall’accento francese la cui musa è un uomo sulla sessantina di nome Colin (Adrian Scarborough).
Sbandati o semplicemente originali? Gli inquilini dell’ex ospedale sembrano dei “precari a vita”, lavorativamente e sentimentalmente. Perennemente in bilico tra un’adolescenza mai abbandonata e un’età adulta che non sanno bene come affrontare. Indecisi, complicati, spaventati dalle proprie emozioni.
Sei puntate per descriverli e mettere in scena i loro legami ingarbugliati, per mostrarli senza indulgenza per quello che sono e soprattutto, nel bel mezzo di situazioni imbarazzanti.
Ps. “Crashing” è stato realizzato prima di “Fleabag”, ma non aspettatevi una specie di anteprima del grande successo di Phoebe Waller-Bridge. Lo stile è riconoscibile, ma “Crashing” è meno amaro e “Fleabag” più irriverente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA