Cultura
Lunedì 16 Giugno 2014
Finardi batte il nubifragio
La pioggia non annulla
lo show del cantautore:
il concerto trasloca
sotto il tendone
in forma acustica
Non ci si fosse messo il diluvio, sarebbe stato tutto molto meno divertente.
La cronaca del venerdì sera sandonatese è il racconto di un cocente colpo di sfortuna ribaltatosi in occasione irripetibile, in serata memorabile. In una piazza della Pieve spazzata dal nubifragio, l’attesissimo concerto di Eugenio Finardi ha preso una piega tutta nuova, trasformandosi in jam session, in intimistica performance improvvisata sotto il tendone dell’area ristoro, con quasi trecento appassionati a stringersi attorno al cantautore in un abbraccio caloroso e denso d’emozioni.
Sono le 21.30 quando sulla città dell’Eni si abbatte il temporale, annunciato dall’adunarsi di nuvoloni neri. Maledizioni alla cattiva sorte, fuggi fuggi di spettatori e cavi elettrici a mollo, nella piazza in cui si allargano grandi pozze. A prospettarsi è l’inevitabile rinvio del primo appuntamento, il più succulento, della dieci giorni di iniziative targata Estate sandonatese.
Dietro al parco si radunano il sindaco Andrea Checchi con Finardi e rispettivo staff: l’artista è disponibile a ricalendarizzare il concerto, che si terrà sabato prossimo, il 21. Diverse decine di fan tuttavia non cedono e rimangono in piazza, invocando il proprio beniamino.
Dal canto suo Finardi, di abbandonare in sordina la nave che imbarca acqua - è proprio il caso di dirlo -, non ne vuole sapere. «Ho imparato negli anni che è un grande privilegio il fatto che la gente esca di casa per venire ai miei concerti», dirà appena presa posizione sotto il tendone-ristorante, con la prospettiva di una breve scaletta per accontentare gli appassionati più intrepidi. Il set è minimale e stretto, il cantante gomito a gomito col chitarrista Giovanni Maggiore, a sua volta incastrato tra il bancone del bar, Finardi e la batteria «in condivisione», suonata a quattro mani da Claudio Arfinengo e Mario Spina. Quest’ultimo, sandonatese, è il batterista della versione originale di Extraterrestre, registrata nel 1978.
Quattro chiacchiere col pubblico e si parte con le grandi hit. Da La radio a Non è nel cuore, da Extraterrestre a Oggi ho imparato a volare. Il clima si scalda in un attimo.
Finardi coinvolge e si fa coinvolgere, si diverte e fa divertire, con voce graffiante ed energia da vendere. L’atmosfera prende rapidamente una piega magica, di perfetta comunione tra la band ridotta all’osso e un pubblico in visibilio, quasi trecento persone assiepate a ondeggiare e cantare al ritmo di grandi successi e cover celebri, pezzi blues e azzardi rock. I successi finardiani seguono il classico del blues Hold on, dedicato al compianto Demetrio Stratos, venuto a mancare esattamente 35 anni prima.
Sarà musica per più di un’ora, con i pregevoli assolo di Maggiore che si avvicendano a grandi classici (Satisfation e No woman no cry) mentre fuori dal tendone il temporale urla e strepita. Si conclude con gli occhi lucidi sulle note di Amore diverso, scritta da Finardi negli anni Ottanta per la figlia Elettra, affetta dalla sindrome di Down, in prima fila tra il pubblico. Un lungo applauso scrosciante e una selva di sorrisi salutano il cantautore, che nel giro di pochi giorni, dopo avere fatto tappa a Bologna (in concerto ieri sera) e Acqui Terme, sarà nuovamente nella città dell’Eni. Sabato si terrà il concerto in grande stile che difficilmente eguaglierà il lauto, magico antipasto.
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