FOTO ETICA L’invasione dei “braccialetti arancioni” per il Festival non solo: Lodi mostra la sua faccia migliore
«Cerchiamo di sfruttare al meglio le sinergie, così chi arriva poi torna a casa con l’immagine di un luogo vitale e propositivo»
Mappa di Lodi in mano, zainetto sulle spalle, macchina fotografica orgogliosamente al collo e immancabile braccialetto arancione al polso. È questo il ritratto del turista che arriva a Lodi per scoprire le storie – alcune bellissime, altre drammatiche, altre ancora necessarie per comprendere il nostro mondo - che compongono le 20 mostre del Festival della fotografia etica.
La 14esima edizione della rassegna, da tempo una delle più importanti su scala nazionale, si è aperta sabato mattina alle 9.30: schiere di “braccialetti arancioni” (l’abbonamento che permette l’accesso a tutti gli eventi nell’arco dei cinque fine settimana del Festival) si sono riversate nelle sedi espositive, tra il centro storico e il piazzale Bpl in via Polenghi.
Un ottimo avvio che promette di incrementare ulteriormente le presenze nelle prossime settimane. E in questo weekend il Festival si è incrociato con il progetto “Lodi Baséll” dedicato all’arte contemporanea e con il tradizionale Palio dei rioni. «Cerchiamo di sfruttare al meglio le sinergie che si creano con gruppi e associazioni lodigiani. Chi arriva per il Festival ha così la possibilità di partecipare a diversi eventi e di tornare a casa con l’immagine di un luogo vitale e propositivo», sottolinea Laura Covelli, alla guida del Festival insieme ad Alberto Prina e Aldo Mendichi.
Due pagine dedicate al festival della Fotografia etica sul “Cittadino” di lunedì 2 ottobre
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