Segni distintivi: braccialetto arancione al polso, macchina fotografica al collo e tanta voglia di guardare, conoscere e capire. Anche nel secondo fine settimana di apertura, il Festival della Fotografia etica, la rassegna organizzata dal Gruppo Progetto Immagine, ha fatto il pieno di presenze, attirando tanti lodigiani e anche parecchi «forestieri».
Complice anche il bel tempo (sabato, in particolare, sembrava primavera) le varie mostre allestite nel cuore della città e in alcuni punti periferici (sede di Confartigianato, Clam, e Museo Ettore Archinti) hanno bissato il successo della scorsa settimana, confermando il valore di un Festival ormai diventato un evento clou nel panorama fotografico. «Probabilmente molte persone sono tornate per un “secondo giro”, magari per vedere le mostre che non avevano fatto in tempo a visitare durante il primo week end - spiega Alberto Prina, uno dei responsabili del Gruppo Progetto Immagine -. La vendita dei biglietti è andata molto bene anche in questa seconda tornata, tra qualche giorno comunicheremo i dati definitivi. Sabato abbiamo ospitato anche cinque classi di altrettante scuole lodigiane; in più sono arrivati due pullman di corsisti di scuole di fotografia da Trento e Varese. Senza considerare altri visitatori che si sono mossi da tutta Italia».
Insomma, una volta di più Il Festival ha confermato la sua statura nazionale. Merito di un’organizzazione che ha soddisfatto tutti i visitatori e, soprattutto, di un programma di alto spessore. In particolare il “triangolo” di Via Fanfulla (l’ex chiesa dell’Angelo, l’ex chiesa di San Cristoforo e la sede della Provincia di Lodi) ha offerto mostre di altissima qualità: Fever di Paolo Marchetti (un racconto per immagini sul sentimento della rabbia che accompagna la deriva violenta dell’estrema destra), The violation of Eden del sudafricano Brent Stirton (fotografo che ha realizzato uno spettacolare lavoro sull’Africa per il National Geographic) e Amazonas, splendida retrospettiva del danese Mads Nielsen sull’Amazzonia utilizzando la tecnica del bianco e nero.
Molti visitatori hanno riempito anche gli altri spazi del Festival, a iniziare dalla sede di Progetto Immagine in via Vistarini dove era in scena una della mostre più crude ed emozionanti, Condemned- Salute mentale nei paesi africani in crisi di Robin Hammond.
L’ultimo fine settimana del Festival ha proposto anche tre incontri molto seguiti dal pubblico.
Sabato, Alberto Prina ha svelato ai fotografi principianti i segreti del “software lightroom” mentre Sandro Iovine, Elena Givone, Alberto Bregani, Sergio Creazzo e Salvatore Picciuto hanno illustrato ai presenti il progetto fotoportal.it (vedasi box sotto, ndr). Infine, ieri pomeriggio, i due responsabili del Gruppo Progetto Immagine, Alberto Prina e Aldo Mendichi, hanno parlato dei «segreti» del Festival, spaziando tra fotogiornalismo, comunicazione ed etica durante un partecipato dibattito con il pubblico in scena al Teatro alle Vigne.
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