FOTOGRAFIA Nelle immagini di Cecconi l’anima “liquida” del Lodigiano

Allestita nei Giardini Barbarossa una versione su pannelli della mostra nata al festival

Ai giardini Barbarossa si apre una finestra sull’acqua ma, soprattutto, sul festival che da anni porta il nome di Lodi oltre confine. La mostra “Elegia lodigiana” del festival della Fotografia etica è sbarcata sul Passeggio, in una versione “open air”: una modalità estiva, in forma ridotta, ma che, certamente, avrà tutto il potere per arrivare al grande pubblico. Frutto del lavoro del fotografo professionista Gabriele Cecconi, reporter di fama mondiale in arrivo a Lodi dall’Umbria, l’esposizione ha puntato i riflettori su ambienti e scorci del Lodigiano, talvolta nascosti o poco battuti, ma che caratterizzano il nostro territorio. E, scrutando le nostre campagne, e i personaggi che ne fanno parte dall’obiettivo della macchina fotografica, durante sei mesi di lavoro, Cecconi è entrato in stretto contatto con l’ambiente intorno a se, arrivando a conoscere, e riconoscere, tutto il valore di una realtà che, dopotutto, ci appartiene: «Nelle luci e ombre dei ritratti, ci sono gli agricoltori - spiegano i curatori della mostra Laura Covelli e Alberto Prina nel pannello di presentazione -: i guardiani del territorio che, con le loro piccole e medie imprese, si battono ogni giorno per proteggere questa piana fertile, preservando la civiltà contadina, dall’incursione del futuro».

Da sempre fonte di sostentamento e di ispirazione, l’acqua è immortalata negli scatti attualmente in mostra sui quattro pannelli nei giardini Barbarossa: immensa e imponente, “dialogherà” nella quotidianità che scorre in città, fino al primo settembre. «Una modalità che rende possibile il festival in una versione estiva, open air», aveva detto durante l’inaugurazione il direttore del festival Alberto Prina, insieme all’assessore alla cultura Francesco Milanesi. Proposta durante l’edizione 2024 della Fotografia etica nella cornice della Cavallerizza, l’esposizione aveva registrato grande consenso da parte del pubblico, che aveva potuto scorgere e apprezzare luoghi “made in Lodi” con uno sguardo completamente nuovo «in un lago di acque risorgive nel Basso lodigiano, dove il richiamo dell’acqua e della natura è ancora forte tra la popolazione locale». La frazione Mezzanone di Caselle Landi, con uno scorcio del Po visto alle prime luci dell’alba, oppure le rive del fiume Adda sotto il ponte della tangenziale a Lodi, che concedono una “casa” a migranti senza fissa dimora, sono solo alcune delle immagini che i lodigiani a spasso potranno ammirare per tutto il mese di agosto.

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