Giorni da comparsa, fra “ciak” e attese

L’esperienza dei tanti lodigiani protagonisti sul set di “Benvenuti al Nord”

I quindici minuti di celebrità profetizzati da Andy Warhol c’entrano poco. Certo, c’è anche chi non ha resistito al fascino delle telecamere nella speranza, chissà, di affacciarsi nel mondo del cinema, e chi ha voluto provare un’esperienza nuova e divertente, ma la maggior parte - molto schiettamente - ha ammesso di averlo fatto solo per i soldi. Perché in tempi di crisi e ristrettezze economiche, i 76 euro netti al giorno pattuiti dalla produzione hanno attirato più delle luci dei riflettori. Un rimborso che però le circa 500 comparse chiamate per le riprese lodigiane di Benvenuti al Nord, il film con protagonisti Claudio Bisio e Alessandro Siani che in questi giorni si sta girando tra l’auditorium e la piazza coperta del Bipielle Center, si sono meritate ampiamente rimanendo a disposizione quasi dall’alba al tramonto, dalle 7 di mattina alle 18 di sera, per tre giorni di fila. Proprio come un lavoro, anche se pieno di tempi morti, paradossalmente le parti più snervanti della riprese. «Ogni scena viene ripetuta anche dieci volte», è il ritornello più gettonato tra i novelli attori, per la maggioranza reclutati nel Lodigiano. La Indigo Services, l’agenzia che si è occupata del casting, non ha avuto particolari problemi, visto che il sito dove mandare le candidature è stato letteralmente sommerso di richieste. «Anche se molti si sono dimenticati di allegare la foto, quindi diversi curricula sono stati eliminati - spiega Dario Stucchi, titolare dell’agenzia -. Abbiamo selezionato uomini e donne in pari numero, cercando soprattutto persone che avessero colori un po’ mediterranei (la scena clou, girata ieri, prevedeva le riprese di una convention con diversi impiegati provenienti dal Sud Italia, ndr). Chi non è stato selezionato potrà comunque essere richiamato per le riprese a Milano che si terranno nei prossimi giorni». Per tre giornate consecutive la struttura progettata da Renzo Piano si è riempita così di finti postini (con tanto di giubbetto giallo fosforescente), hostess, impiegati e dirigenti incravattati. Un gruppone eterogeneo ma compatto, composto da giovani e meno giovani, molti dei quali alla prima esperienza su un set.

RIMEDIO ALLA CRISINon c’è da vergognarsene. Anzi. «Perché in tempi di carestia ci si arrangia come si può», dice Matteo Broglia, barista lodigiano, ammettendo candidamente di aver partecipato al cast solo per portare a casa qualche soldino. Anche se alla fine l’esperienza gli ha permesso di conoscere nuovi amici e vedere da vicino come si gira un film: «Certo, i tempi morti sono estenuanti, però c’è una bella atmosfera. Bisio è simpaticissimo, una battuta via l’altra». Sulla stessa lunghezza d’onda Edoardo Pigozzo, di Boffalora d’Adda, e Sergio Casamassima, di Cerro al Lambro, entrambi studenti: «Per noi era una bella occasione - dicono - per guadagnare qualcosa nel periodo estivo». I 76 euro al giorno hanno convinto anche molti disoccupati. Come Renato Derudas, originario di Sassari ma da anni residente a San Martino in Strada: «In questo momento non sto lavorando, così ho sfruttato l’occasione. E comunque mi piaceva l’idea di apparire in un film tanto importante. Interpreto un impiegato sardo, dico anche una battuta nel mio dialetto rivolta a Siani». Anche Daniela Murano, santangiolina, una delle quattro finte hostess reclutate per accogliere i dipendenti meridionali, ha colto la palla al balzo: «Sto cercando lavoro, ho mandato in giro un po’ di curriculum e l’unica risposta che ho ricevuto è stata quella della produzione di Benvenuti al Nord. Meglio che niente, anche se onestamente, se avessi un lavoro, non prenderei mai due o tre giorni di ferie come ha fatto qualcuno per partecipare alle riprese. Interpreto il ruolo di una hostess, l’avevo già fatto all’università e quindi proseguo sulla stessa strada... Spero che la paga sia sufficiente per andare in vacanza!».

VOGLIO FARE L’ATTOREQualcuno però, oltre ai soldi, cerca anche un po’ di visibilità. È il caso di Elvis Albani, giovane lodigiano con il pallino per cinema e tv. «Il mio sogno è fare l’attore. Avevo fatto anche il provino per il Grande fratello, sono arrivato alle finali nazionali. E poi ero curioso di conoscere i protagonisti del film: Bisio è un mito, ci tratta come se fossimo amici da anni». Un altro abituato alel luci dei riflettori è Roberto “Roby” Cantafio, chitarrista dei Summer of 69, cover band lodigiana dedicata a Bryan Adams, che la produzione ha “obbligato” a indossare un abito gessato a righe: «Vorrei fare un po’ di pubblicità al mio gruppo, chissà che apparendo sul grande schermo...».

CURIOSITA’... E NOIATante comparse sono state spinte dalla curiosità. Per molti “attori in erba” l’esperienza si è rivelata divertente, anche se a tratti un po’ noiosa. «Ripetono la stessa scena un’infinità di volte - dice Emilio Giovanetti, artigiano lodigiano in pensione -. Ho partecipato sia per i soldi sia per curiosità: visto da fuori il cinema è completamente diverso, non ci si immagina che dietro ogni scena ci sia un lavoro così lungo e minuzioso. Gli attori sono molto simpatici e Valentina Lodovini è bellissima». Gli fa eco Raissa Costantino, studentessa lodigiana che interpreta una hostess: «Tutto è organizzato molto bene, ero curiosa di vedere come funziona un set. Alcuni passaggi però sono difficili da capire, e poi probabilmente non ho nemmeno visto il regista...». Tra le comparse c’è anche un allenatore di calcio, Marino Di Giorgi, originario di San Giuliano: «Sono qui per provare un’esperienza nuova, è stato molto divertente. Avevo messo in conto che ci sarebbero stati molti tempi morti, per questo sono arrivato armato di tanta pazienza». Genesio Bernasconi, pensionato di Massalengo, è stato colpito soprattutto dalla verve di Bisio: «Un vulcano di battute, ne ha per tutti».

FERIE PER LE RIPRESEPur di partecipare al set alcuni hanno preso anche qualche giorni di ferie. È il caso per esempio di Simona Borsa e Andrea Vanelli, entrambi dipendenti dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia di Lodi. «Per noi è la prima volta su un set, volevamo vedere com’è il backstage di un film - dicono -. Ci ha spinto solo la curiosità. Siamo molto contenti di essere qui, abbiamo trovato uno staff molto gentile e attori molto simpatici, su tutti Bisio, quello che tiene il gruppo». Anche Antonio Di Luca, napoletano trapiantato a Fombio, ha lasciato per tre giorni il suo posto da informatico per non perdersi le riprese: «Chi meglio di me poteva interpretare il ruolo dell’emigrante - commenta con ironia -. Sono qui solo per divertimento, e sono contento della mia scelta».

AMORI SOTTO I RIFLETTORITra le centinaia di comparse sono state avvistate anche alcune coppie. Come quella formata dai lodigiani Antonio Dimita, impiegato, e Sara Leone, psicologa. «Era un’esperienza che ci incuriosiva , anche se non possiamo negare che la paga abbia influito sulla decisione». Antonio è reduce anche dalla riprese milanesi del film: «Abbiamo girato in un bar di fronte alla Stazione Centrale, c’erano solo una decina di comparse, e quindi a maggior contatto con gli attori». Partner sul set e nella vita sono anche due “attori” del capoluogo lombardo, Alberto Platania e Laura Caimi, ormai «aficionados» dei set cinematografici. Lei ha interpretato anche il ruolo dell’odalisca nell’ultimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, lui lavora per la Indigo Services e quindi ogni volta presta la sua faccia: «Rispetto ad altre partecipazioni posso dire che in Benvenuti al Nord ci sono momenti di comicità davvero esilaranti».

Fabio Ravera

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