“Gli ansiosi”

SIAMO SERIAL: un “dramedy” con una scrittura raffinata che arriva dal freddo tagliente della Svezia

Se avete voglia di una serie tv un po’ fuori dagli schemi, “Gli Ansiosi” potrebbe fare al caso vostro. Prima di tutto perché in circolazione non ci sono al momento “dramedy” (drama più comedy) di qualità e poi perché gli svedesi hanno un senso dell’umorismo decisamente... nordico. Del resto non è mai semplice trovare il giusto equilibrio tra comicità e dramma, come accade invece in questo caso, allo stesso tempo ogni personaggio è ben caratterizzato, anche grazie alla bravura degli attori.

“Gli Ansiosi” è in realtà una miniserie di sei episodi di circa trenta minuti l’uno che prende spunto da un libro di Fredrik Backman, un autore svedese apprezzato in patria, con la regia di Felix Herngren, il quale ha già firmato una sit-com piuttosto popolare in Svezia. La trama ruota attorno a una rapina in banca che finisce in modo maldestro, il criminale scappa e si rifugia in un appartamento in vendita in cui si trovano otto persone, destinate a diventare i suoi ostaggi. All’arrivo della polizia, però, il malvivente sembra essere svanito nel nulla. Sulle sue tracce si mettono due poliziotti, John e suo padre, anche se è solo il primo a convincersi che la presenza degli otto sconosciuti all’interno della casa non sia affatto una coincidenza. John nel suo lavoro non si sente all’altezza del padre, in fondo deve ancora superare il trauma che ha vissuto da bambino, quando ha assistito al suicidio di un uomo che si è buttato da un ponte. Una tragedia che ha segnato profondamente l’agente, causando la sua ansia e le sue nevrosi.

Il pezzo forte di questa serie tv sono sicuramente i suoi personaggi stralunati e surreali, così come la comicità che definisce i dialoghi. Sullo sfondo un alone di suspence che si dipana puntata dopo puntata, mentre lo spettatore si ritrova a tentare di indovinare quale sia la soluzione del caso, provando a mettere insieme le tessere del puzzle. All’interno dell’appartamento in vendita si trovano un’impiegata di banca (che ha un motivo ben preciso per essere lì), un artista vestito da coniglio sadico che ha come obiettivo quello di mettere in cattiva luce la casa, una donna incinta con la propria consorte (alle prese con insicurezze sentimentali), i proprietari dell’abitazione, una donna anziana e l’agente immobiliare. Nel corso degli interrogatori, dopo la fuga del rapinatore, la loro versione dei fatti non convince la polizia e sembra nascondere qualcosa.

Cosa c’entra l’ansia? Domina, in modo diverso, ciascuno degli ostaggi. Un’antipatica “coinquilina” con cui quasi tutti dobbiamo fare i conti in questi tempi moderni

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