I supereroi fanno squadra: lo show che batte le tenebre
In sala i nuovo film della Dc Comics che riunisce alcuni dei suoi personaggi più amati
«L’oscurità non è l’assenza di luce, ma la convinzione che non si riuscirà più a vederla». E la luce torna, se ritornano gli eroi. E questi tornano, anche se i tempi corrono e i nemici cambiano. Tornano addirittura in massa in Justice League: alla fine - verrebbe da dire sfidando le ire delle legioni dei fan - è sempre un testa a testa tra Marvel e Dc Comics, le due grandi case-dinastie che rimettono in azione i rispettivi eroi. E qui tocca alla Dc Comics lustrare l’argenteria, la Justice League radunata sotto le insegne del pipistrello Batman con fianco a fianco Wonder Woman, Flash, il ribelle Aquaman e Cyborg.
A dispetto di un avvio “adulto”, listato a lutto per Superman e con l’accompagnamento di cover d’autore, questo capitolo della serie prende presto una strada assai meno intima per sposare la macchina da presa sul puro intrattenimento. Dimenticate le tenebre di Nolan e gli incubi gotici di Tim Burton: Zack Snyder preferisce lavorare a livello di immagini, imprimendo a tutto il film lo stile visivo cupo e potente che è suo marchio di fabbrica. Il regista di 300 divide la regia con Joss Whedon (che non a caso aveva diretto due Avengers dei “rivali”…) mentre la sceneggiatura è co-firmata da Chris Terrio (che in curriculum ha la sceneggiatura di Argo). Da Leonard Cohen (la sua Everybody Knows è cantata sui titoli di testa dalla norvegese Sigrid) si passa quindi presto ai muscoli e ai tatuaggi di Jason Momoa, un “troneggiante” dio dei mari che è tra le new entry di questo capitolo. Il film segue uno schema semplice, quasi basico, per puntare tutto sull’intrattenimento, cosa che per buona parte del tempo riesce, almeno fin quando non si devono trovare svolte nella sceneggiatura che non arrivano o arrivano deboli. Ad esempio quando si tratta di allestire lo scontro finale e ci si ritrova con un cattivo che non è all’altezza dello schieramento di forze messo in campo dalla parte dei “buoni”.
Un cammino lineare (la costruzione della compagnia), le battaglie realizzate con quel controllo della computer grafica che in produzioni come questa deve essere obbligo più che valore aggiunto, pochi e chiari messaggi nel testo (sull’uso e l’abuso della scienza) e la cura nella caratterizzazione dei personaggi che in questo caso lascia piacevolmente sorpresi per il tratto ironico riservato al giovane Flash, contrapposto al crepuscolare Batman e ai mitologici Diana e Aquaman (decisamente in sordina per ora Cyborg). Due ore di azione e divertimento fino ai titoli di coda che, è superfluo ripeterlo agli appassionati, vanno attesi fino alla fine per scoprire ben due scene “aggiunte”. Con la seconda che apre la strada alla seconda parte della storia e anticipa quale sarà il destino di lotta della Justice League. In fondo «la luce brilla sugli eroi» e con il loro ritorno «non siamo più soli».
Lucio D’Auria
««««««Justice League
regia Zack Snyder e Joss Whedon
con Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot
© RIPRODUZIONE RISERVATA