Il festival della chitarra chiude con il talento di Vera Danilina
Applausi alla musicista russa nell’ultimo appuntamento della Stagione
Non un semplice concerto. Un vero e proprio evento ha chiuso domenica la quindicesima edizione della Stagione internazionale di chitarra classica, l’ormai storica rassegna organizzata dall’Atelier Laudense che ha reso Lodi una delle capitali delle sei corde. Sul palco dell’aula magna del liceo Verri è salita la chitarrista russa Vera Danilina, autentico astro nascente dello strumento. Nonostante la giovane età (22 anni), Danilina ha sfoggiato una tecnica strabiliante, una sensibilità interpretativa straordinaria, un tocco di una espressività quasi commovente, arricchito da una gestualità elegante. Fasciata in un sontuoso abito da sera verde smeraldo trapuntato di lustrini, la musicista ha ipnotizzato il numeroso pubblico fin dal primo brano proposto, lo “Studio n.11” di Heitor Villa Lobos. L’incanto è proseguito poi con una delle pagine fondamentali delle sei corde: “La sonata” di Antonio Josè, eseguita nei suoi quattro movimenti con un’attenzione maniacale ai chiaroscuri e ai suoni armonici. Lo “Studio Op.6 n° 11” di Ferdinando Sor, brano salottiero ottocentesco, ha quindi regalato alla sala un’atmosfera onirica e sognante. Un malore che ha colpito un cameraman che stava riprendendo l‘evento (l’uomo è stato poi trasportato in ospedale per accertamenti) ha interrotto il concerto per qualche minuto. Tornata in pedana, visibilmente scossa, Vera Danilina è comunque riuscita a riprendere il filo proponendo due brani di Nikita Koshkin e la “Sonata n° 11” di Mozart. Un esame superato a pieni voti, tra un nugolo di “brava! brava!” e applausi entusiastici. Richiamata in sala a gran voce, la chitarrista russa ha concesso un bis, la “Tarantella” di Johann Kaspar Mertz: altri applausi a sancire uno dei concerti più notevoli della storia della Stagione.
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