
Il Guercino dimenticato. Mentre Piacenza celebra con una mostra importante di opere il genio di questo pittore tra i più rappresentativi del Seicento, Codogno a sorpresa scopre che da mezzo secolo un quadro del Guercino l’ha niente meno che sul proprio territorio.
L’ARRIVO A CODOGNO
Per trovare l’inizio di questa incredibile vicenda si deve tornare agli anni Sessanta e all’edificazione della nuova cappella dell’ospedale. Le memorie raccolte da chi allora occupava posti dirigenziali nel nosocomio riportano alla codognese Franca Ciboldi, indimenticata professoressa di greco e latino che aveva sostenuto con generosità la nuova realizzazione e molto teneva a che la cappella fosse valorizzata da un’opera di significativa importanza. Il suo interessamento mosse leve autorevoli. Pronte a snodarsi fino a Milano, alla Pinacoteca di Brera. Che dispose la concessione in deposito del Guercino alla cappella dell’ospedale lodigiano.
UN’OPERA DA RESTAURARE
La tela spicca imponente a destra dell’altare. A proteggerla, solo una lastra trasparente lungo la parte bassa del dipinto, che raffigura Santa Chiara, inginocchiata e con l’ostensorio in mano, e Santa Caterina in piedi, con la ruota dentellata che ne è elemento iconografico distintivo. Sul lato del dipinto una targa con la scritta “G.B. Barbieri detto il Guercino”, le date anagrafiche dello stesso (1591-1666) e uno sbaglio di titolazione (Visione di Santa Teresa). Un restauro sarebbe necessario e non solo per la patina di sporco che offusca colori e bellezza del quadro: la tela è rovinata da uno strappo di qualche centimetro, visibile su un lato della figura di Santa Caterina.
ANNUNCI DA BRERA E ASST
«Abbiamo circa 600 opere in deposito esterno, sparse in tutta Italia, qualcuna anche all’estero. Collocate in enti pubblici, chiese, cappelle – così ieri dalla Pinacoteca di Brera, che ha confermato l’attribuzione del quadro - . Stiamo per far partire una campagna di revisione di tutti i depositi esterni, per verificare le condizioni in cui versano queste opere». Per l’Asst intervene invece il responsabile del dipartimento tecnico-amministrativo Maurizio Bracchi: «L’esistenza di quel quadro ci è sempre stata nota, non però la sua “firma” importante. Cercheremo l’atto relativo al deposito a Codogno. E stiamo attivandoci per dotare la cappella di un impianto di sicurezza e di una telecamera di sorveglianza».
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