Cultura
Mercoledì 30 Marzo 2011
Il Nord, la politica, il malaffare
Il noir più amaro di Carlotto
Lo scrittore, oggi a Lodi, parla al «Cittadino» del suo nuovo libro
Giorgio Pellegrini è tornato. Più cattivo, spietato, disgustoso, violento e crudele che mai. “Alla fine di un giorno noioso” lungo dieci anni - tanti ne sono passati dagli ultimi misfatti commessi e raccontati in Arrivederci amore, ciao - Massimo Carlotto lo rigetta nella mischia, in un’anonima cittadina del Veneto profondo dominata da malaffare, cattiva politica e malavita organizzata, per sparigliare le carte con la sua capacità di declinare il crimine in modo fantasioso. Lo fa offrendogli il ruolo di protagonista nel suo ultimo romanzo (che si intitola proprio Alla fine di un giorno noioso e sarà in libreria dai primi di maggio), un nuovo, durissimo atto di denuncia del marcio e del male che stanno divorando il Nord-Est e l’Italia tutta sotto i colpi corrosivi di una corruzione dilagante e di una moralità - pubblica e privata - ormai sbiadita e “fuori moda”. Un libro di cui il 55enne scrittore padovano parlerà questa sera ai lodigiani nel corso dell’ultimo appuntamento delle “Conversazioni” organizzate dall’assessorato alla cultura del Comune di Lodi.
Carlotto, perché il ritorno, dopo tanti anni, di un personaggio così sgradevole, negativo e senza sfumature, incapace di provare anche la benché minima emozione?
«Giorgio Pellegrini è una figura odiosa, che io stesso fatico a raccontare anche se il libro che lo ha lanciato è stato fra i miei maggiori successi (ed è diventato pure un film fortunato di Michele Soavi con Alessio Boni e Isabella Ferrari, ndr). Tuttavia proprio per questo mi pareva adatto per descrivere gli anni che stiamo vivendo. Un personaggio del genere, infatti, mi dà la possibilità di esplorare dal punto di vista antropologico la corruzione e il marcio che stanno attraversando e rovinando il nostro Paese. Oggi molto più di dieci anni fa. Mi permette, in soldoni, di sguazzare nel peggio. Ed è di questa realtà, di questa montante marea di “sporco” che volevo parlare».
Siamo ridotti tanto male?
«Guardi, l’Italia è un Paese di gente per bene, ma purtroppo ospita bande organizzate di stampo chiaramente mafioso sempre più forti e invasive che operano e prosperano dove c’è corruzione e dove girano i soldi. In Lombardia e in Veneto, perciò, in modo particolare. E purtroppo la corruzione non è mai stata tanto diffusa e, al tempo stesso, così poco percepita nella sua gravità dal senso comune delle persone. Credo sia necessario un sussulto di coscienza morale in tal senso e, nel mio piccolo attraverso un noir duro e poco compiacente come questo, cerco di aiutare a smuovere qualche coscienza».
Questo è un libro fortemente politico, nel senso ampio del termine, nel quale la denuncia contro un certo sistema di potere è evidente, anche se non compaiono nomi e cognomi.
«È vero. Ho voluto scrivere una storia che metta a nudo il malaffare e gli intrecci fra crimine e politica e che al contempo denunci l’assenza di reazione a tali fenomeni, che sono poco o nulla percepiti per cui anche i malfattori possono tranquillamente farla franca e riciclarsi. Un quadro socio-politico e culturale che reputo molto pericoloso e che mi preoccupa. Se si finisce per accettare tutto questo, infatti, l’asticella si abbassa sempre più e tutti viviamo peggio».
Torniamo a Giorgio, il protagonista del romanzo in uscita: un uomo senza pietà e senza emozioni, violento e disumano, interessato solo ai soldi, al sesso, alla riconoscibilità sociale. Ma esistono davvero figure così?
«Nel mondo criminale sì, eccome. Soprattutto nella nuova criminalità; non potevo mettere in campo una figura di malvivente romantico, che muovesse a qualche simpatia. La malavita va combattuta e basta, senza alcuna indulgenza».
Dal libro esce un quadro drammatico e amarissimo anche dell’universo femminile: donne sottomesse e disposte a tutto, senza morale, prostitute, escort, disperate...
Mi pare che la cronaca questa realtà ce la racconti tutti i giorni. Ciò che scrivo è figlio di inchieste giornalistiche serie e documentate. L’universo delle escort è in costante crescita e ormai le straniere trovano la fortissima concorrenza delle italiane, le quali hanno capito che anche senza talenti particolari, ma vendendo semplicemente il proprio corpo, si può tentare la scalata sociale. Per quanto riguarda poi le donne dei criminali è noto che in questi ambienti le figure femminili sono spesso sottomesse, picchiate, maltrattate. Un criminale professionista non lo è solo dal lunedì al venerdì, ma sempre, anche a casa, dove ha bisogno di circondarsi di donne-vittime, totalmente a sua disposizione».
La musica è un elemento sempre presente nei suoi libri, anche in questo romanzo non manca. Perché?
«La musica è una mia passione da sempre e mi piace perciò mischiarla al racconto. Qui, in particolare, serve da colonna sonora degli ambienti narrati e dei personaggi. Giorgio viene dagli anni Settanta, è un figlio del flower power e per questo ascolta la grandissima Grace Slick, cui ho voluto, in tal modo rendere il mio omaggio personale.
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