“Il pittore e il suo doppio”: l’autoritratto racconta...
I volti dei pittori lodigiani in mostra al Museo Archinti
Avvincente, intima e sempre un po’ misteriosa rappresentazione del sé, rivela non solo i tratti somatici ma anche qualcosa dell’interiorità dell’artista: è l’autoritratto, che vede il suo creatore agire in contemporanea nel ruolo di osservatore e di osservato. Nel percorso storico lungo il quale il genere assunse autonomia a partire dal Rinascimento, considerato a seconda dei casi registrazione fedele della realtà o finzione assoluta, verità inconscia o mezzo comunicativo, il fascino dell’autorappresentarsi attrasse in ogni tempo i protagonisti dell’arte, non ultimi molti lodigiani; e sono ora i loro volti a scrivere una storia di umanità e di pittura, nella mostra che al Museo Archinti costruisce una sorta di album capace di raccontare in ciascuna raffigurazione l’artista ma anche l’uomo, e i suoi modi stilistici oltre all’aspetto fisico. Nel percorso di “Il pittore e il suo doppio. Autoritratti lodigiani”, questo il titolo della rassegna inaugurata nello spazio all’aperto prospiciente alla sala espositiva, si incontrano i maggiori autori del territorio, attivi negli ultimi decenni dell’ottocento o nella prima metà del secolo successivo: personalità che intesero la pittura come passione e dedizione, nel segno di una sensibilità mai disgiunta dall’assiduo esercizio; un atteggiamento di cui resta prova nella qualità degli autoritratti selezionati da Marina Arensi e Vittorio Vailati, curatori della rassegna promossa da Unitre-Lodi con la direzione di Stefano Taravella e il sostegno della BCC Laudense. Molti dei dipinti presentati saranno una vera sorpresa per gli appassionati perchè mai esposti prima d’ora, e grazie ai quali si sveleranno le fattezze di autori di cui nessuno è rimasto a poter ricordare i volti dal vivo, come nel caso di Giuseppe Vajani o Enrico Spelta, Carlo Zaninelli, Angelo Prada, Giorgio Belloni o Mosé Bianchi autore del più antico autoritratto in mostra, dipinto intorno al 1870 e straordinariamente simile all’altro, visibile nel Corridoio Vasariano della Galleria degli Uffizi a Firenze.
Lodi, Museo Archinti, viale Pavia 26. Da oggi (ore 17) all’1 novembre. Orari: sabato 10-12,30 e 16-18,30; domenica 16-18,30; o su appuntamento tel. 329 2037052
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