Il “ramo d’oro” e la cultura sul piccolo schermo

TELEKOMMANDO

Chissà cosa avrà pensato Giulio Tremonti, tornando in Parlamento e poi nelle stanza dei bottoni del nuovo Governo, vedendo “Alla scoperta del ramo d’oro”? Sarà rimasto ancora all’aforisma che lo ha reso così celebre che “con la cultura non si mangia” (eppure fu lui a far riscoprire una figura interessantissima come Colbert e non starò a spiegare chi è tanto c’è Wikipedia) o si sarà convertito allo straordinario eloquio filosofico joyciano di Edoardo Camuri che del programma è autore e conduttore? Come scriverebbe Dagospia: ah saperlo! Invece quello che so è che “Alla scoperta del ramo d’oro” (in onda su Rai Tre quasi ogni pomeriggio e su Rai Storia in immediata replica e ovviamente poi le puntate sono disponibili su Rai Play) è cultura allo stato puro. I riferimenti sono altissimi: da Virgilio a Frazer passando per autori noti e meno noti il cui pensiero è cortocircuitato dalla musica rock e pop (magnifico lo spezzone dei Sex Pistols sull’arte politica e protestataria o evocare per la Sapienza Greca un brano di Battiato). Ed è cultura per giunta in televisione e a osservare attentamente i palinsesti generalisti non è che ce ne sia molta. Questo vale ovviamente come evidenziato per tutte le reti. Bisogna però aggiungere che al di là dei canali tematici (Rai 5, Rai Storia, Rai Scuola, Focus) ci sono anche alcune trasmissione il cui far cultura non vuol dire sempre e solo occuparsi di filosofia ed è l’esempio di Linea Verde che grazie ad uno dei suoi autori sa unire cultura materiale alla letteratura che è anche chiave per capire ambiente e società.

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