
Cultura
Lunedì 21 Febbraio 2011
Il Tricolore vive nel canto di Zoncada
I tre colori simboli di «amore, speranza e fede»
n Nell’imminenza della giornata celebrativa dell’unità nazionale, che si riconobbe il 17 marzo 1861 sotto un’unica bandiera, quella nata a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 per adozione fattane dal Parlamento della Repubblica Cispadana, è importante riproporre un canto di Antonio Zoncada, pubblicato nel volumetto edito nel 1866 dal titolo: “L’eco della patria - canti nazionali” i cui proventi derivati dalla vendita volle il nostro associare «pel santo fine di soccorrere ai feriti della guerra». Antonio Zoncada, nato a Codogno il 4 febbraio 1813, morì a Pavia il 15 luglio 1887, dove fu docente, dal 1853 di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi, con una produzione significativa di pubblicazioni edite per lo più in Pavia e a Milano. Patriota, aveva preso parte alle Cinque Giornate di Milano che gli comportarono l’allontanamento temporaneo dall’insegnamento dopo essere stato perseguitato dalle autorità austriache. Il canto qui riproposto è raccolto nel capitolo del “Grido di Guerra” del sopra citato volumetto, composto l’anno precedente alla proclamazione dell’unità d’Italia, il 6 maggio 1860. È il dialogo fra un padre e il proprio figlio sulla nostra bandiera, il tricolore d’Italia, composto dai tre colori che secondo il nostro illustre concittadino simboleggiano amore, speranza e fede. Di lui, oltre alla lapide in Codogno sulla casa dove nacque al civico 89 della via che, dal 13 ottobre 1911 prese il suo nome, un monumento lo ricorda - dal 1877 - presso l’ateneo di Pavia con la scritta: «La effige/ Di/ Antonio Zoncada/ Professore per sette lustri/ Di Letteratura Italiana/ Nell’Ateneo ticinense/ Qui vollero scolpita/ I colleghi e gli amici/ Perchè la memoria/ Del virtuoso cittadino/ Del poeta gentile/ E del sapiente istitutore/ Della gioventù studiosa/ Fosse raccomandata/ A durevole monumento”.
I TRE COLORI D’ITALIA
Il figlio: «Sempre che sorge al vento/ La tricolor bandiera,/ Padre, la gioia io sento/ D’un sogno che s’avvera;/ Sento un orgoglio in quella/ Ch’un uomo ridir non può,/ Ma perchè sia sì bella/ Indovinar non so».
Il padre: «Nei tre colori, o figlio,/ Che lo stranier paventa,/ Italia in suo periglio/ Quelle virtù rammenta,/ Che, fatto il cielo amico,/ Lei denno assicurar/ Nel suo diritto antico,/ Dall’Alpi al jonio mar. Simbolo della fede,/ Che vuole Italia unita,/ Nel mezzo il bianco siede,/ E l’alto segno addita;/ Il verde, il rosso allato/ Seguon con pari onor;/ Quello a speranza è grato,/ Questo all’ardente amor.
Fede, speranza, amore/ Son le tre luci sante,/ Che alle bell’opre il core/ Guidan nel mondo errante;/ Fede il voler, speranza/ Nel duol l’ilarità,/ Nei rischi amor, baldanza,/ L’impeto amor ne dà. Fede nei dubbii eventi/ Secura innanzi guati;/ Speranza ai combattenti/ Mostri i trofei serbati/ Al forte, all’animoso/ Campion del patrio suol,/ Qual dietro i nembi ascoso/ L’iride annuncia il sol. Lente alla fè son l’ale/ Se non le affretta il core;/ E la speranza è frale/ Se non l’afforzi amore./ Stringan tra loro un patto/ E recheran con sè/ D’Italia il gran riscatto,/ Amor, speranza e fè».
In attesa che anche in Codogno venisse costituito il Comitato per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con determinazione della Giunta Comunale del 25 gennaio scorso è stato dato avvio alla richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di utilizzo del logo celebrativo del 150° anniversario, composto dalle tre bandierine che verranno apposte sui documenti d’anagrafe comunali. Le tre bandierine sono il ricordo dei tre anniversari giubilari dell’Unità d’Italia, celebrati nel 1911 (per il 50°), nel 1961 (per il centenario) e nel corrente anno (per il 150°) e vogliono rappresentare un raccordo ideale fra le generazioni. Possano le celebrazioni della storica data del 17 marzo contribuire a riscoprire i valori dell’unità, della identità e concordia nazionale sotto quell’unica bandiera “cantata” anche dal nostro Zoncada.
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