Cultura
Giovedì 15 Agosto 2013
In Broletto spunta un gioiello d’arte
L’appello del critico d'arte Tino Gipponi: «Si sapeva
della sua presenza: la cultura va rispettata, conservarla bene sarebbe già un’azione significativa»
Un “gioiello” artistico dentro gli uffici del Broletto. Vicino ad atti e documenti si trova infatti un affresco che risale al Trecento, che raffigura un Cristo benedicente, di cui rimane solo la parte superiore del busto. L’opera è stata “riscoperta” nei giorni scorsi, quando uno studioso di pitture medievali si è presentato agli uffici del municipio e ha chiesto di poter ammirare la nicchia che conserva il capolavoro. Attualmente si trova nell’ufficio relazioni con il pubblico, al primo piano del palazzo comunale.
Il Cristo benedicente del Trecento
Il dipinto mostra la figura di Gesù Cristo. Gli occhi sono allungati, le palpebre sfumate di bianco e le arcate dei sopracciglio sono tondeggianti. La figura ha una mano alzata e sembra che stia per benedire. Le scelte cromatiche e la modellazione del volto farebbero propendere gli esperti per una datazione che risale indicativamente tra il quarto e il quinto decennio del XIV secolo. «La raffigurazione è stata scoperta circa un decennio fa. Secondo alcune congetture può essere datata verso la metà del Trecento – spiega il critico d’arte lodigiano Tino Gipponi –: dovrebbe appartenere all’ambito del maestro della tomba Fissiraga, quindi della scuola degli affrescatori del palinsesto del San Francesco. Dove sorge attualmente il palazzo comunale è infatti stata sempre nei secoli una zona importante per la città, dove c’era vicina anche la casa di Francesco Sforza».
QUELLA DESCRIZIONE IGNORATA
Il frammento di affresco era già conosciuto, solo che non è mai stato molto valorizzato. Eppure l’affresco è stato anche descritto in un volume dedicato a Gipponi, con un contributo della studiosa Monia Faraoni. Il dipinto risulta ben conservato nella parte più alta, ma il busto è stato cancellato dal tempo ed era stato negli anni coperto dalle successive stratificazioni murarie che si sono succedute. Poi è rispuntato durante alcuni lavori e ora si trova dentro una stanza, tra scaffali e armadi, in un zona del Comune aperta al pubblico. L’ente locale sta pensando come valorizzare l’affresco, per metterlo anche a disposizione dei visitatori. Un aspetto di non facile soluzione, visto che l’opera si trova all’interno di locali pubblici, nella sede amministrativa del municipio. E organizzare delle visite dipende dall’apertura del Broletto e dal personale in servizio.
UNA DIFFICILE FRUIBILITÀ
«Anzitutto bisognerebbe evitare di metterci degli armadi sopra, per coprire l’affresco. La cultura va rispettata – richiama Gipponi –. È importante fare respirare l’opera, realizzata diversi secoli fa. Si sapeva della sua presenza ormai da alcuni anni. Si trova all’interno di alcuni uffici, pertanto non è facile pensare a una sua fruizione per i visitatori. Conservarla bene però può essere già un’azione significativa».
Matteo Brunello
© RIPRODUZIONE RISERVATA